Necrolexicon: accenti, elisione, punteggiatura, uso della maiuscola

L'ACCENTO TONICO

Scarica il Necrolexicon in formato pdfFormulando una parola, si dà sempre maggior rilievo ad una sillaba rispetto alle altre. La più forte intensità con cui si pronuncia la vocale di questa sillaba è l'accento detto tonico.
La sillaba sulla quale il tono della voce si rafforza è definita sillaba tonica rispetto alle altre dette atone.
A seconda della posizione su cui cade l'accento, le parole possono essere tronche (colpisce l'ultima sillaba), piane (colpisce la penultima sillaba), sdrucciole (colpisce la terzultima sillaba), bisdrucciole (colpisce la quartultima sillaba).

L'accento grafico può essere:
1) Grave, si segna sulle vocali a, i, u, e sulle vocali e ed o, quando queste ultime hanno suono aperto es. città, cioè, portò.
2) Acuto, si segna sulle vocali e ed o quando hanno suono chiuso, es. poiché.

 

Nella lingua italiana l'accento grafico è obbligatorio:
1) Nelle parole tronche non monosillabe es. virtù, praticità.
2) Nei monosillabi che terminano con un dittongo es. già, più.
3) Nei seguenti monosillabi, che terminano con una vocale semplice, per non confonderli con altri, identici nella scrittura, ma con significato diverso:
(verbo) ... da (preposizione)
(giorno) ... di (preposizione)
è (verbo) ... e (congiunzione)
(affermazione) ... si (pronome, nota musicale)
(avverbio di luogo) ... la (articolo, pronome, nota musicale)
(congiunzione) ... ne (pronome)
(pronome) ... se (congiunzione)

L'ELISIONE

Molto spesso l'incontro di due parole delle quali la prima termina con una vocale e la seconda inizia con una vocale, può produrre un suono sgradevole, per evitarlo si elimina la vocale finale del primo termine, purché atona, tale fenomeno si chiama elisione.
Un segno grafico, l'apostrofo, sostituirà la vocale soppressa.

 

L'elisione è obbligatoria:
1) Con gli articoli la, lo, una es. lo uomo = l'uomo; la oca = l'oca; una amica = un'amica.
2) Con le preposizioni articolate composte con gli articoli lo, la es. allo orecchio = all'orecchio; nella unità = nell'unità.
3) Con gli aggettivi alcuna e nessuna seguiti da altra es. nessuna altra = nessun'altra.
4) Con gli aggettivi bello/a, quello/a, questo/a, santo/a es. bello oggetto = bell'oggetto; Santo Erasmo = Sant'Erasmo.
5) Con ci e come davanti alle voci del verbo essere che iniziano per e es. Ci eravamo = c'eravamo; come è stato = com'è stato.

LA PUNTEGGIATURA

I segni che rispecchiano graficamente la scansione delle parole, le pause e anche l'intonazione della voce di chi parla, sono i segni di punteggiatura o di interpunzione. La punteggiatura è di notevole importanza per dare ordine a quanto si scrive o si legge anche se è importante sottolineare che non è possibile stabilire regole fisse, in quanto il suo uso è molto personale e, come l'intonazione della voce di chi parla, varia a seconda del messaggio che si vuol dare.
I segni di interpunzione sono:
Il punto ( . ) indica la pausa più lunga e conclude una frase di senso compiuto.
La virgola ( , ) indica la pausa più breve. Si usa nelle enumerazioni, negli elenchi e per dividere le proposizioni all'interno di un periodo.
Il punto e virgola ( ; ) indica una pausa meno lunga del punto ma più lunga della virgola. Serve per separare due frasi di senso compiuto che fanno parte dello stesso periodo.
I due punti ( : ) indicano una pausa particolare, di attesa. Servono per introdurre una spiegazione, un esempio, un discorso diretto.
Il punto esclamativo ( ! ) si usa alla fine di una esclamazione e per specificare un comando.
Il punto interrogativo ( ? ) si usa alla fine di una domanda.
I puntini di sospensione ( ... ) solitamente tre, indicano esitazione, sospensione del discorso.
L'asterisco ( * ) sostituisce un nome che si vuol tacere o non si conosce, oppure come richiamo di nota.
Le parentesi tonde ( ) si usano in coppia, servono per isolare frasi non indispensabili al discorso, per aggiungere un chiarimento o per indicare il nome dell'autore di una citazione.
Le virgolette ( " " ) racchiudono le parole di un discorso diretto, brani di prosa o di poesia riportati nel testo integrale, titolo di libri, oppure parole o frasi da mettere in evidenza.

L'USO DELLA MAIUSCOLA

Anche se al giorno d'oggi non esistono particolari regole riguardo l'uso della maiuscola è buona norma adoperarla:
Quando si inizia un discorso.
Dopo il punto fermo, il punto esclamativo e il punto interrogativo.
Nel discorso diretto.
Con i nomi propri di persone, animali e con i cognomi.
Con i nomi propri geografici.
Con i nomi sacri e con quelli che indicano feste religiose e civili.
Con i nomi dei secoli e dei periodi storici.
Nelle sigle e con i nomi di enti e società.

 

» Torna alla lista principale » Avanti

Rubrica a cura di Anna Scudiero. I testi di riferimento sono: Idioma e stile di Filippo Maone edizioni A.P.E. Mursia; iIl libro di grammatica dalla regola all’uso Bonaccorsi-Spitali edizione Deagostini; Grammatica & metodo Biscazza Mandurrino Noris Sansoni per la scuola.