Geminix

di Lorenzo Tenerani - pagine 730 - euro 23,00 - Casa Editrice Kimerik

Roma 1979: un misterioso conclave si riunisce nella città eterna per prepararsi ad uno scontro millenario da cui potrebbe dipendere il destino dell'umanità. Roma 2002: Markus e Gabriele, due gemelli separati alla nascita e uniti da un filo impossibile da recidere, giungono in città per fare in modo che si compia il disegno voluto dal destino.
C'è voglia di scrivere in Lorenzo Tenerani, c'è voglia di narrare una storia senza tralasciare nulla e lo si evince dalle 730 pagine in cui si dipana la trama. La buona volontà c'è, ma questa non basta.

Partiamo dalla storia e dal suo sviluppo. Prolissa la prima parte in cui assistiamo alla presa di coscienza da parte di Markus e di Gabriele dei loro poteri e del loro destino durante la loro adolescenza nei rispettivi paesini in Austria e in Toscana. Evidente la voglia da parte dell'autore di voler narrare tutto nei minimi particolari, ma l'eccessiva prolissità inevitabilmente pesa sulla lettura che risulta molto lenta e difficile da digerire. Ne consegue una trama poco credibile; inverosimile, ad esempio, un paesino fra le montagne austriache in cui dimora un mostro che nel corso degli anni sbrana decine di persone a pochi passi dal centro abitato e fra gli abitanti si instaura solo un leggero timore e nulla più, mentre le autorità locali e statali sembrano quasi inoperose.
Molto meglio la seconda parte, la descrizione dei giorni di Markus e Gabriele a Roma, le loro sensazioni, emozioni, dubbi e paure, il preludio allo scontro e il confronto finale. Il ritmo aumenta fino ad assumere un taglio cinematografico che funziona, ma solo se fine a se stesso. La scelta narrativa e lo sviluppo della trama stridono con quanto narrato nella prima parte. Capisco la volontà di sorprendere il lettore, ma ogni cosa dev'essere ben calibrata in modo da risultare credibile, gli indizi devono essere ben distribuiti lungo il percorso in modo che la ricostruzione del puzzle sia la conseguenza di uno sviluppo logico e non di una forzatura.
Stereotipati molti dei personaggi che non subiscono alcuna evoluzione nel corso della trama, eccezione per Markus e Gabriele, i quali però, alla luce di quanto scritto da me prima, risultano poco credibili.
Ogni tanto ho riscontrato errori di battitura e di punteggiatura che dovevano essere corretti con un'attenta rilettura e qui mi sento di riprendere la casa editrice che dovrebbe prestare più attenzione quando immette sul mercato un libro.
Da rivedere. Come ho scritto all'inizio, le buone intenzioni ci sono tutte, ma è necessario rivedere lo sviluppo della trama.
Voto: 4,5
[Nanny Ranz]

Incipit
ROMA, sabato 22 dicembre 1979
Pioveva da giorni e pareva non avere la minima intenzione di voler smettere. Per strada v'erano solo coloro che, tentando di rimediare al regalo che avevano dimenticato di fare, correvano da un negozio all'altro, sotto quegli ombrelli che poco riuscivano contro l'acquazzone che si stava abbattendo su quel sabato romano. Nonostante la rinomata caoticità di quella che, a detta di molti, era la città più bella del mondo, poche auto per strada e solo qualche autobus e qualche taxi giallo, una strana atmosfera, troppo malinconica per essere oramai prossimi al Natale.
L'anziano tassista, stava chiacchierando con l'amico portiere d'albergo, al riparo della veranda dell'Hotel Alexandra, mentre attendeva l'uscita dei clienti che era venuto a prelevare e che doveva accompagnare a Fontana di Trevi.