di Charlie Huston - pagine 369 - euro 3,90 - Rizzoli
In un futuro che potrebbe essere già arrivato, il mondo è sconvolto da un'edidemia di insonnia incurabile, che devasta i rapporti sociali e conduce alla morte. C'è un solo farmaco che riesce ad attenuarne i sintomi: si chiama Dreamer, garantisce enormi profitti al colosso farmaceutico che lo produce, viene distribuito negli ospedali, ma è anche al centro di un traffico illegale. In una Los Angeles su cui incombe l'apocalisse, il giovane poliziotto Parker "Park" Haas - che, quando studiava filosofia, sognava un mondo migliore - deve incontrare uno spacciatore che potrebber dargli informazioni preziose sul contrabbando di Dreamer, ma nel luogo dell'appuntamento trova solo cadaveri. Si impadronisce di un hard-disk pieno di dati e da quel momento si trova coinvolto in un gioco mortale, tra un genio della reatà virtuale e un killer in missione. E Park ha una ragione in più per far luce sull'enigma di Dreamer: suo moglie è ammalata d'insonnia, e la loro bambina neonata deve essere salvata. A qualunque costo (dalla seconda di copertina).
Inizialmente si rimane un po' disorientati dalla narrazione di Charlie Huston che passa dalla prima persona alla terza a seconda del personaggio di cui si parla ma poi, una volta entrati nella realtà da incubo di Parainsonnia, è difficile non rimanerne sedotti. Immaginate un mondo afflitto da una pandemia che uccide un poco per volta milioni di persone. Gli "insonni" prima accusano disturbi del sonno per poi passare ad un lento deperimento fisico e psicologico che, nella fase terminale della malattia, causa atroci dolori fino a portare alla morte.
Attorno a tutto questo ruota la vicenda di Park, un poliziotto infiltrato nel mondo della droga, onesto fino al midollo ma tutt'altro che un eroe.
Insomma un buon thriller!
Voto: 7
[Alessandro Balestra]
Incipit
Park fissava il barbone che gesticolava in mezzo all'ingorgo notturno su La Cienega Boulevard; aveva lo sguardo incollato alla radio a transistor arancione che gli pendava dal collo, legata a un cordino di nylon nero. Era lo stesso arancione acceso delle tuete delle squadre di decontaminazione da Sleepless quando facevano irruzione in qualche casa per ripulirla. Chiuse gli occhi e ripensò alla pattuglia che era arrivata nella loro strada per entrare nella casetta marrone e verde, a solo tre portoni più in là; al rumore della sega che veniva dal garage, all'acuirsi della frequenza quando la lama mordeva l'osso.
La scarica di un'interferenza gli fece aprire gli occhi. Il barbone era davanti al finestrino, oscillava da un piede all'altro e aveva il collo piegato a un'angolazione innaturale; reggeva un pezzo di cartone sudicio con scritto a mano: CHE DIO TI BENEDICA.