Epidemia zombie - Tuono e cenere

di Z.A. Recht - pagine 368 - euro 14,90 - Edizioni Multiplayer

Tre mesi possono cambiare molte cose: possono decidere le sorti di una guerra, veder sorgere nuove nazioni... o portare intere specie sull'orlo dell'estinzione. Il virus Morningstar si è diffuso in ogni angolo del globo e ha contagiato miliardi di esseri viventi. Francis Sherman e Anna Demilio sono alla disperata ricerca di un vaccino ma, per ottenerlo, si trovano costretti ad attraversare un territorio in rovina, popolato da orde di infetti e superstiti precipitati nell'anarchia. L'occhio del ciclone ha già investito il mondo, lasciandosi alle spalle il riecheggiare di un tuono e il placido fluttuare delle ceneri. Ma i sopravvissuti continuano a vivere nel pericolo, e la ricerca di una cura è soltanto l'inizio (dalla seconda di copertina).

Con Tuono e cenere continua la saga di Z.A. Recht riprendendo esattamente da dove si era interrotta con Epidemia Zombie. In questo secondo capitolo la trama presenta più intrecci, compaiono nuovi personaggi e nuove situazioni. Nonostante gli zombie vengano relegati in un ruolo marginale, secondario, il libro non ne risente, anzi diventa più avvicente e meglio costruito rispetto al precedente capitolo. L'autore sembra acquisire più sicurezza e disinvoltura durante la narrazione. Insomma un buon libro che invoglia il lettore a leggere anche il terzo capitolo della serie, quello conclusivo.
Voto: 7
[Alessandro Balestra]

Incipit
La città era completamente morta. O quasi.
Sulle strade giacevano inerti i veicoli abbandonati, mentre nugoli di ciarpame volteggiavano in aria, sospinti dalla fredda brezza invernale. L'elettricità continuava a scorrere sui cavi sospesi e molti lampioni funzionavano ancora, squarciando con varchi di luce la tetra oscurità. Una figura solitaria s'immerse zoppicando in uno dei cerchi di chiarore, lanciando rapidi sguardi nel buio alle sue spalle e poggiandosi a fatica su un fucile a ripetizione Winchester. Aveva una gamba avvolta da una stretta benda e il sangue cominciava a impregnare il tessuto di un profondo alone scarlatto.
"Sono qui! Venite, schifosi mangiatopi. Pezzi di merda marcia, di qua! Muovetevi! Forza!"
Il soldato semplice Mark Stiles respirava a fatica, ansimante. Aveva corso ininterrotamente per diversi isolati e aveva guadagnato un notevole vantaggio sui suoi inseguitori, ma già si sentiva a corto di energie e la ferita alla gamba non gli era certo d'aiuto.