La progenie

di Chuck Hogan, Guillermo Del Toro - pagine 406 - euro 17,50 - Mondadori

Un Boeing 777 atterra all'aeroporto di New York e rimane immobile sulla pista. Si sospetta un attentato terroristico, ma quando le forze speciali salgono a bordo si trovano invece di fronte a una scena agghiacciante: sembra che tutti gli occupanti dell'aereo siano morti senza una ragione comprensibile.
Eph Goodweather, dell'Ente prevenzione malattie infettive, e la sua collega Nora Martinez esaminano i cadaveri; qualunque ne sia stata la causa, la morte deve averli colti di sorpresa (dall'ultima di copertina).
Scritto a quattro mani da Chuck Hogan e il regista Guillermo Del Toro "La progenie" è un'interessante variazione sul tema dei vampiri che, a suo modo, potrebbe essere vista come una sorta di "Dracula" in chiave scientifica.

Come nel romanzo di Stoker infatti siamo di fronte ad un antico e pittoresco vampiro che lascia il proprio covo nell'Est Europa per colonizzare nuove terre, in questo caso non l'Inghilterra del XIX secolo ma gli Stati Uniti, per la precisione la destinazione è una moderna New York ancora traumatizzata dalla ferita dell'11 settembre 2001.
Hogan e Del Toro hanno l'abilità di creare una notevole aspettativa nella prima parte del libro, la più riuscita, quando la piaga deve ancora dilagare e i protagonisti non sanno ancora cosa hanno di fronte. Questi vampiri inoltre sono ben diversi da quelli del folklore classico, ma l'idea funziona molto bene.
Quindi tutto sommato sarebbe un buon libro se non fosse che "La progenie" è il primo capitolo di una trilogia (seguono "La caduta" e "La notte eterna"), "dettaglio" che si scopre solo nelle ultime pagine quando il lettore si rende conto che la storia non si conclude per nulla, anzi...
Editore e forse anche autori hanno scelto vigliaccamente di spezzare un romanzo che andrebbe letto tutto insieme o almeno sarebbe stato più onesto indicare nella copertina o da qualche altra parte che quello che si ha in mano è un’opera parziale. Perché di questo si tratta.
In conclusione il mio un giudizio è stato ampiamente pregiudicato da questa indecente scelta editoriale.
Voto: 6
[Alessandro Balestra]

Incipit
"C'era una volta..." disse la nonna di Abraham Setrakian "un gigante."
Il piccolo Abraham s'illuminò in viso e subito trovò che il borsht di verza nella scodella di legno era più gustoso o almeno non sapeva troppo d'aglio. Era un bambino pallido, magro e malaticcio.