Sogni di sangue

di Lorenza Ghinelli - pagine 124 - euro 0,99 - Newton Compton

Enoch ha tredici anni ed è costretto a portare dei tutori di metallo che lo rendono facile bersaglio delle prepotenze dei suoi coetanei. Eppure, quando si addormenta, diventa più letale di una legione di demoni. Cosa accade mentre dorme? C'è forse un legame tra i sogi di Enoch e il ritrovamento di uno strano ciondolo risalente all'antico Egitto? Chissà se Dorotea, la madre di Enoch, donna algida e imperturbaile, con una passione viscerale e morbosa per le scienze occulte, conosce il suo segreto. Persino la loro casa nasconde un mistero, mentre tanti altri brulicano e strisciano lungo le fogne della città (dalla quarta di copertina).
Davvero una bellissima sorpresa questo "Sogni di sangue", racconto lungo scritto dalla bravissima Lorenza Ghinelli che con grande maestria è riuscita a creare in poco più di 100 pagine un piccolo gioiello horror tanto torbido e malsano da richiamare alla memoria le oscure atmosfere di It e Carrie.
Anche qui infatti abbiamo sotterranei bui che nascondono orrori striscianti e non manca neppure una madre iperprotettiva, quella di Enoch, inquietante quanto quella di Carrie.
Per concludere siamo di fronte ad un romanzo breve che funziona tremendamente bene e che, a questo prezzo, sarebbe davvero delitto non leggere!!
Voto: 8
[Alessandro Balestra]

Incipit
Enoch ha tredici anni e le guance roventi, un occhio pesto e troppe ombre addosso. Dovrebbe sentire freddo mentre cammina, solo, lungo il retro di un capannone industriale a duecento metri da casa. E' passata l'ora di cena e sua madre lo aspetta, una mano sulla cornetta del telefono e l'altra sul cuore. Il vento di marzo puzza ancora d'inverno, i rami sono secchi e il cielo è grigio nebbia, verticale; gli nasconde i cassonetti, più vicini, in cui l'anno prima aveta trovato cinque gattini morti.
Enoch si odia, in quel silenzio ovattato riesce a darsi fastidio da solo. Clang clang. E' il suono dei suoi passi infangati, passi da subumano, scherzo della natura, sgorbio. Ora, mentre brucia di collera, febbre e sangue raggrumato, avrebbe preferito che gliele avessero tagliate, quelle gambe, piuttosto che constringerlo a camminare come Frankenstein dentro a tutori di metallo, rigidi, freddi, scomodissimi.