Joyland

di Stephen King - pagine 352 - euro 19,90 - Sperling & Kupfer

Estate 1973, Heaven's Bay, Carolina del Nord. Devin Jones è uno studente universitario squattrinato e con il cuore a pezzi, perché la sua ragazza lo ha tradito. Per dimenticare lei e guadagnare qualche dollaro, decide di accettare il lavoro in un luna park. Arrivato nel parco divertimenti, viene accolto da un colorito quanto bizzarro gruppo di personaggi. Devin scopre che nel parco si nasconde un terribile segreto: nel Castello è infatti rimasto il fantasma di una ragazza uccisa quattro anni prima. E così, mentre si guadagna il magro stipendio intrattenendo i bambini, dovrà combattere il male che minaccia Heaven’s Bay (dalla seconda di copertina).

Il solito, irresistibile Stephen King, recensito da una sua lettrice accanita, ma abbastanza distaccata da cercare di fornire un sincero giudizio globale sull’ultima fatica letteraria del Re. “Joyland” è un viaggio nel meglio a cui il maestro del Maine ci ha abituati; un horror un po’ edulcorato in cui si fanno largo le emozioni umane e i personaggi ben caratterizzati di sempre e che restano scolpiti nella memoria di chi legge. La storia, ambientata in un parco giochi, è l’iniziazione alla vita vera e matura (quella costellata di sfide e dolori, appena superata l’adolescenza) del protagonista, un giovane simpatico e molto altruista. Accanto a lui una serie di personaggi di grande spessore: alcuni amici, una maga in gamba alle cui profezie credono in pochi, una padrona di casa impossibile da dimenticare, e poi ancora il ricordo di un amore e un sentimento nuovo di zecca, un bambino dai poteri straordinari e anche un cane. Sullo sfondo, un omicidio compiuto tanti anni prima sul quale il protagonista si ritrova, suo malgrado, ad indagare, e la lotta per salvare quelli che nel frattempo ha cominciato ad amare. Nessun paragone con altre opere di King è lecito: “Carrie” è altra cosa, “Shining” è altra cosa ancora, e via dicendo. “Joyland” ha un sapore e uno spessore unici, forse non è il più emozionate libro di Stephen King, ma è lo stesso un romanzo degno di essere letto. Se vorrete seguire il mio consiglio, e immergervi nel mondo di “Joyland”, sono sicura che non dimenticherete mai questa speciale avventura. Cominciate dall’incipit: irresistibile!
Voto: 8
[Alessandra Pagliari]

Incipit
La macchina ce l’avevo, ma la maggior parte delle volte, in quell’autunno del 1973, me la feci a piedi da Joyland agli appartamenti sulla spiaggia della signora Shoplaw, a Heaven’s Bay. Sembrava la soluzione migliore. L’unica, in effetti. Ai primi di settembre, Heaven’s Beach era quasi completamente deserta, in perfetta sintonia con il mio umore. E’ stato l’autunno più bello della mia vita; continuo a sostenerlo anche quarant’anni dopo. E, allo stesso tempo, non mi sono mai sentito così infelice. La gente pensa che il primo amore sia tanto dolce, e lo diventi ancora di più quando il legame di spezza. Conoscerete almeno un migliaio di canzoni pop e country sull’argomento, con qualche povero scemo dal cuore infranto. Ma quella prima ferita è la più dolorosa, la più lenta a guarire e lascia una cicatrice orribile. Che ci sarà di dolce.