Una piccola stella

di John Ajvide Lindqvist - pagine 494 - euro 19,00 - Marsilio

Mentre è a caccia di funghi in un giorno d'autunno, Lennart Cederström, ex cantante pop che un tempo sognava il successo, scopre una neonata avvolta in un sacchetto di plastica. Quando soffia nella sua minuscola bocca, un grido sconcertante squarcia il silenzio intorno a lui: dal corpo della bambina abbandonata esce una nota perfetta, un chiaro e limpido mi che risuona nella foresta. Lennart decide di tenerla con sè, il suo nome sarà Theres. Chiusa in un seminterrato lontana dagli sguardi del mondo e dalla sue dissonanze, Theres cresce incapace di manifestare la più piccola emozione, terrorizzata dai grandi e ossessionata dalla musica.

La sua voce, magica e sovrannaturale, lanciata dal palco di un concorso per talenti in erba, conquisterà il pubblico, e lei diventerà una stella. Ma dove può condurre l'idolatria, se sfugge al controllo di chi l'ha generata? Se l'idolo ha un disegno spaventoso e la forza della disperazione dalla sua parte? (dalla seconda di copertina)
Non c'è cosa più difficile che etichettare in un genere lettarario le opere di Lindqvist, ogni suo romanzo ha la capacità di destabilizzare con spunti sempre nuovi e mai scontati. "Una piccola stella" inizia come se fosse una fiaba con il ritrovamento di una misteriosa bimba abbandonata nel bosco che viene poi allevata e custodita gelosamente dai coniugi Cederström. La trama assume poi tinte thriller e gore quando la bambina cresce per diventare sì una dotatissima cantante ma anche una specie di psicopatica con tendenze omicide. Subentrano poi elementi saffici, erotismo, violenza, emarginazione e molto altro ancora. E' limitante parlare di horror, questo di Lindqvist va ben oltre. Discreto!
Voto: 6,5
[Alessandro Balestra]

Incipit
Il palco davanti al Solliden, a Skanse. 27 giugno 2007. Mancano dieci minuti alle otto. Il presentatore scalda il pubblico intonando Questo strano desiderio di andar via. Un tecnico chiede ai genitori di non tenere i bambini sulle spalle per evitare che siano colpiti dai bracci delle telecamere.
Il sole splende dietro il palco, abbagliando tutta quella gente. Il cielo è blu scuro. Lo stesso tecnico chiede ai ragazzi dietro le transenne di spostarsi un po' più indietro per non correre il rischio di restare schiacciati.