di Stephen King - pagine 768 - euro 23,90 - Sperling & Kupfer
Jake Epping è un tranquillo professore di Lisbon Falls, Maine, e il suo
posto preferito per fare quattro chiacchiere è la tavola calda di Al.
Che ha un segreto: la dispensa in realtà è un passaggio temporale, e
conduce al 1958. Per Jake è una rivelazione sconvolgente, eppure
l'incredulità non gli impedisce di farsi coinvolgere nella missione che
ossessiona il suo amico da tempo.
Se mai hai voluto cambiare veramente le cose, Jake, questa è la tua
occasione: ferma Oswald quel 22 novembre 1963. Salverai Kennedy.
Salverai suo fratello Bob, e Martin Luther King; bloccherai le rivolte
razziali. E forse eviterai anche la guerra in Vietnam.
Basta che passi per la "buca del coniglio", sul retro della tavola
calda. Non importa quante volte l'attraversi: uscirai sempre sul
piazzale di una fabbrica tessile di Lisbon Falls, ore 11.58 del 9
settembre 1958. E non importa quanto a lungo resti in quel passato: al
ritorno, nel tuo presente saranno trascorsi due minuti.
Comincia così la nuova esistenza di Jake nei panni di George
Amberson e nel mondo di Elvis Presley, James Dean e JFK, delle
automobili interminabili, del twist e del fumo di sigaretta che avvolge
tutto. Un mondo nel quale Jake è destinato a conoscere l'amore e a
sovvertire tutte le regole del tempo. Fino a cambiare il corse della
storia (dalla seconda di copertina).
Provate a tingere di nero il "Ritorno al futuro" di Robert Zemeckis in
modo che diventi più cupo e funereo, aggiungete poi in egual misura
qualche dose di sana violenza, un po' di amore e romanticismo e infine,
per completare il tutto come ciliegina sulla torta, mettete un pizzico
di horror. Questi sono gli ingredienti di "22/11/'63" l'ultimo
possente romanzo di Stephen King. La trama non sarà delle più
originali ma gli intrecci e gli spunti proposti dall'autore sono molto
interessanti e suggestivi anche perchè il tutto è sorretto da una
narrazione efficace e scorrevole e da un finale per niente scontato.
Nonostante King abbia ormai da tempo abbandonato l'horror più puro per
esplorare nuovi sentieri, in questo caso i viaggi nel tempo e i
sentimenti ("22/11/'63" in fondo è anche una struggente storia d'amore)
si diverte a tirare in ballo vecchi incubi e ad inserirli perfettamente
nella storia: che legame c'è tra la malsana città di Derry e Kennedy?
Leggete e scopritelo da voi!
Voto: 8
[Alessandro Balestra]
Incipit
Non sono mai stato un uomo facile alle lacrime.
Un giorno, mia moglie mi disse che il mio "gradiente emotivo pari a
zero" era il motivo principale per cui mi stava lasciando. Come se il
tizio che aveva conosciuto alle riunioni degli Alcolisti Anonimi non
c'entrasse per niente. Christy disse che avrebbe forse potuto perdonarmi
per non aver pianto al funerale di suo padre: lo conoscevo soltanto da
sei anni e non potevo capire che uomo fantastico e generoso fosse stato
(quando s'era diplomata le aveva regalato una Mustang decappottabile,
tanto per fare un esempio); ma quando non avevo pianto a quelli dei miei genitori (morti a due anni di distanza l'uno dall'altra, papà
di cancro allo stomaco e mamma fulminata da un attacco di cuore mentre
passeggiava su una spiaggia nella Florida), Christy aveva iniziato a
capire la faccenda del "gradiente". Nel gergo degli AA, non ero in grado
di "sentire i miei sentimenti".