di Sara Blaedel - pagine 366 - euro 14,90 - Fazi Editore
All'interno dell'ormai nutrito gruppo di scrittori e scrittrici scandinavi, che fanno del romanzo giallo, noir, thriller, pulp o hard-boiled il filone narrativo per eccellenza di queste terre, di diritto uno spazio se lo conquista anche la danese Sara Blaedel, quasi sconosciuta da noi, ma definita in patria come ''la scrittrice più popolare della Danimarca''. Il suo ultimo romanzo, il sesto per l'esattezza, ''Mai più sola'' è appena il primo tradotto in Italia, grazie alla Fazi Editore, ma dopo averlo consumato in pochi giorni, grazie ad una struttura narrativa semplice, ma sempre incalzante e priva di momenti morti, siamo pronti a giurare che la casa editrice romana proverà a strappare i diritti delle opere precedenti e ci presenterà le traduzioni anche degli altri cinque capitoli della saga della detective Louise Rick.
Sin dalle prime pagine siamo immersi in una crime-story che
nulla ha da invidiare alle produzioni americane in voga in questo
decennio: un efferato omicidio, sangue, quartieri malfamati. Una
Copenaghen vista non come la civilissima cittadina del nord attraversata
da piste ciclabili, verde e canali, e tutt'al più spazzata da venti
gelidi e misteriosi quanto affascinanti, ma una capitale danese
attraversata dall'orrore del sangue e dal flagello della tratta delle
schiave, delle donne trascinate dall'est Europa dalla malavita
organizzata e costrette a prostituirsi nella speranza di pagare il
riscatto, non solo ai protettori, ma ad un intero sistema che le
rinchiude nella solitudine del meretricio. La storia di una ragazza
trovata morta nelle prime ore dell'alba all'interno di un mercato
rionale di uno dei quartieri più duri della città danese, si intreccia
con il ritrovamento, poche ore dopo, del corpo di una bambina appena
nata e subito abbandonata all'interno di una canonica. Da subito Sara
Blaedel ci mostra i diversi volti di un genere umano che si permette di
togliere la vita ad una giovane donna, ma che è capace di ridare
speranza attraverso gli occhi e il calore del corpo di un neonato. E lo
fa attraverso le indagini di Louise Rick, tenace detective di una
squadra omicidi sempre più bistrattata, ridotta all'osso e costretta
agli straordinari per risolvere il caso e attraverso quelli della sua
amica, Camilla Lind, giovane mamma e giornalista di cronaca nera, che
sarà una delle prime ad imbattersi nel piccolo corpicino trovato davanti
alla chiesa. Un viaggio col cuore in gola che porterà il lettore a
conoscere le tristi miserie dell'animo umano che lucra sulla carne umana
e specula, grazie all'apporto delle bande criminali, sui sogni e
desideri delle ragazze che fuggono dalla disperazione e dalla povertà di
alcune zone d'Europa. Un libro da leggere per tutti gli appassionati di
Crime Fiction. Una lieta sorpresa in un panorama, quello del romanzo
giallo, spesso banale e fatto di storie prive di realismo e sapiente
crudeltà, ingredienti che Sara Blaedel mescola come un'ottima cuoca
(cuochi tanto cari all'ubriacone Kaj, uno dei personaggi meglio riusciti
del romanzo), cucinando un'interessante pietanza, tutta da scoprire. Un
solo appunto da fare alla traduzione che a volte forse per una mancanza
di ricerca approfondita, stecca l'uso di alcuni termini, non funzionali
alla trama, ma che servono a condire in generale la fluidità del
discorso (es. ''guardava World of Warcraft'' presumibilmente sarebbe
stato ''giocava a World of Warcraft'')
Voto: 7
[Alessandro Autieri]
Incipit
La donna giaceva coricata sulla schiena, con le braccia allargate e la
testa piegata sulla spalla. La gola era attraversata da un lungo
squarcio dritto e il sangue aveva intriso i capelli biondi che si
allargavano in una massa vischiosa sopra il lato sinistro del busto.
L’ispettrice di polizia Louise Rick si drizzò e fece un respiro
profondo. Ci si abituava mai a tutto questo? In qualche modo sperava di
no. Una pesante oscurità avvolgeva Kødbyen, il mercato della carne. Erano
quasi le due di notte e la domenica stava diventando lunedì mattina.
L’aria notturna di aprile incombeva umida su Vesterbro, anche se la
pioggia della sera precedente era cessata.