di Cathleen Schine - pagine 164 - euro 17,00 - Mondadori
“Su un’isola al largo del Maine, in una villa/residenza per artisti, gli
ospiti riuniti attendono con qualche ansia un critico che tutti temono e
che ha fama di non essere troppo tenero nei suoi giudizi, tale Gene Gill.
L’uomo arriva il giorno seguente sotto forma di cadavere trasportato
dalle alghe, assassinato da qualcuno. Ovviamente si innesca la caccia al
colpevole, che è uno degli ospiti della residenza. Ad indagare si
avvicendano un’anziana ed arguta giallista e un giovane detective”
Qualcosa non ha funzionato, decisamente. Il libro della Schine è un
giallo, però è un giallo noioso ed insopportabilmente piatto: ogni
cinque minuti ti viene voglia di accantonarlo e di cominciare un’altra
lettura.
La cosa che colpisce di più è come in teoria i numeri vincenti
li abbia tutti: una serie di persone riunite in casa ad attendere
l’ospite scomodo, l’omicidio e la conseguente caccia al colpevole e
l’impossibilità di lasciare l’abitazione, l’investigatrice furbissima
che affianca il detective incaricato delle indagini, tuttavia nonostante
le ottime premesse (il riferimento al magistrale “Dieci piccoli
indiani” è evidentissimo) la storia non riesce a decollare. I personaggi
non hanno una loro identità vivida: si fatica a ricordarne i nomi e le
gesta, i dialoghi oscillano tra momenti di umorismo e istanti di noia
estrema, l’enigma viene svelato con forzature nella trama che rendono il
tutto scarsamente credibile. Aggiungo poi che ci sono passaggi in cui ho
faticato a seguire la scrittura, specie all’inizio: forse la Schine ha
uno stile che non riesco ad apprezzare, anche se in uno dei suoi libri
precedenti, “La lettera d’amore” (che però è un altro genere), mi è
sembrata un’autrice gradevole. Ho letto troppi romanzi di Agatha
Christie per potere giudicare riuscito questo libro, gli unici aspetti
che mi sento di salvarne sono la concezione della trama da cui si
sviluppa tutta la storia, l’ambientazione suggestiva e alcuni momenti
del tessuto narrativo in cui il lettore tira il fiato riuscendo a farsi
coinvolgere. Sono solo momenti però: non c’è tensione, non viene nemmeno
voglia di cercare il colpevole. Sembra una partita a Cluedo. Senza
anima, forse.
Voto: 5
[Alessandra M. Pagliari]
Incipit
Su una remota isola al largo del Maine, appena all’interno del
confine internazionale fra Stati Uniti e Canada, si erge una grande,
bizzarra casa. La facciata è interamente di granito grigio perla e
l’ingresso, fiancheggiato da alte colonne, si trova in cima al genere di
ampia scalinata di pietra che di solito si associa agli edifici pubblici
ottocenteschi.