Ossigeno

di Carol Cassella - pagine 416 - euro 15,00 - Giunti

Marie Heaton è una giovane e stimata anestesista che lavora presso il First Lutheran, uno dei più importanti ospedali di Seattle. La sua vita di donna in carriera, senza marito né figli, sembra procedere priva d’intoppi finché, durante un semplice intervento di routine, Jolene Jansen, paziente di otto anni della dottoressa Heaton, muore per un inspiegabile arresto cardiaco. L’anestesista si ritroverà coinvolta in una causa legale dove sarà lei l’unica e sola imputata per la morte della bimba. Da quel momento in poi, le certezze di Marie cominceranno a cadere una dopo l’altra come un precario castello di carta, lasciandole in testa solo una serie d’interrogativi senza risposta.
La texana autrice Carol Cassella, classe 1957, è un medico anestesista con grande esperienza alle spalle, questo tratto viene fuori chiaramente dalla sua penna, ripercuotendosi in tutto il romanzo.

Fin dalle prime pagine veniamo immediatamente trasportati in corsia d’emergenza, ci dobbiamo districare tra termini tecnici, cameratismo da sala operatoria e aggettivi asettici. Scritto in prima persona, è proprio la dottoressa Heaton che ci narra per filo e per segno le sue giornate da medico ospedaliero, la sua scarsa vita sentimentale, la solitudine di una donna concentrata solo sul lavoro; potrebbe quasi sembrare la sceneggiatura di una puntata di E.R. o Grey’s Anatomy.
Lo stile ondeggia tra descrizioni telegrafiche e approfondimenti psicologici al limite del pedante, spesso non accade nulla e quando accade qualcosa, l’azione viene immediatamente bloccata da nuove introspezioni puntigliose e accurate. Ci si trova ad aspettare con ansia che, prima o poi, girando pagina, si riesca a incontrare il risvolto thriller promesso, che vengano fatte delle indagini interessanti, che la dottoressa Heaton si esponga in prima persona, mettendosi magari in situazioni pericolose ed eccitanti, che prenda in mano le redini del gioco, tirando fuori gli attributi.
Purtroppo, a pagina 257 siamo ancora calati, immersi fino al collo, nel mondo interiore e nei disagi familiari di Marie che sembrano quasi il fermo immagine di una stessa pagina, ripetuta cambiando solo la disposizione delle frasi.
Confesso che mi sono ritrovata di fronte a una lettura faticosa, farraginosa, durante la quale sono stata tentata di lasciare il libro a metà. Mi sono fatta coraggio e, finalmente, a pagina 351 arriva il mio meritato colpo di scena. Ora un minimo di suspense richiama la mia attenzione, tanto da permettermi di proseguire la lettura fino alla fine.
Pagina 404 mette un punto al romanzo, io tiro un sospiro di sollievo. Lettura consigliata a chi ama addentrarsi nei tormenti di un animo umano in preda a rimorsi, sensi di colpa e frustrazione.
[Eleonora Della Gatta]

Incipit
Le persone si sentono forti, indistruttibili. Anestetizzo piloti di linea, dirigenti di azienda, presidi di liceo, madri di bambini beneducati, giudici e portinai, piazzisti e psichiatri, alpinisti e musicisti. Gente che si muove, lotta e respira su questo pianeta da venti, trenta o settant’anni, sfidando l’inesorabile e caotico degrado di ogni cosa vivente. Tutti aggrappati all’esistenza grazie a una singola molecola: l’ossigeno.