di Luciano Filippo Santaniello - pagine 67 - euro 10,00 - Statale 11
Potenzialità.
È la parola giusta per questa raccolta di cinque racconti di Luciano Santaniello. Cinque racconti che trattano la realtà quotidiana e
l'orrore che si può nascondere dietro di essa. In Violenta insegna al
neon assistiamo alla vendetta di due studenti contro un professore
spietato e crudele; Acid punk story è il resoconto di una notte di
follie per le strade della città; in Al posto del nero vi è il lento
decadimento fisico e mentale di uno scrittore e del suo tentativo di
lottare; Il buio di vicolo d'Agata ci porterà a fare la conoscenza di un
misterioso individuo che si aggira di notte in una strada di Roma; Un
uomo maturo ci mostra uno spezzone di giornata di una casalinga.
Cinque storie che prendono spunto dalla quotidianità.
Affermo che la parola giusta è potenzialità, perché credo che ci
troviamo di fronte ad un lavoro che suscita senza dubbio interesse per
le varie tematiche, ma che alla fine della lettura ti lascia un senso di
insoddisfazione.
Si ha la sensazione di essere di fronte all'antipasto e
che l'autore non abbia voluto spingersi oltre, lasciando un lavoro
monco. La pecca principale non consiste secondo me nell'evolversi delle
varie vicende, quanto nel dare credibilità alle stesse attraverso la
gestione dei personaggi.
Ad esempio in Violenta insegna al neon, per me il migliore racconto, non
è inverosimile la voglia degli studenti di vendicarsi di un professore,
ma i motivi risultano superficiali e poco approfonditi per giustificare
una simile intenzione. I personaggi risultano quindi piuttosto piatti e
rimangono sulla carta, manca il coinvolgimento nelle loro azioni.
Lo stesso difetto lo si può riscontrare negli altri racconti.
Una lettura che risulta veloce e scorrevole, ma che non lascia il segno.
L'autore però è da tenere d'occhio per eventuali opere future.
Voto: 5
[Nanny Ranz]
Incipit (dal racconto "Violenta insegna al neon")
L'idea era venuta a Lorenzo De Loi, ma gliene sarebbero stati
riconoscenti in molti.
Adesso, seduto sulla poltrona della sua stanza, sperava che Emanuele
l'appoggiasse.
Osservava l'amico con attenzione, esaminando ogni leggerissima
espressione del suo volto, a pochi centimetri dalle pagine del diario di
Augusto Piceli, il loro professore di letteratura italiana.
<<Non serve che leggi tutto,>> disse Lorenzo <<ho evidenziato le parti
più gradevoli>>.
<<Lo vedo>> disse Emanuele corrucciato.
Su alcune righe, scritte con una calligrafia leggermente incurvata e
nervosa, risaltavano delle strisce gialle di evidenziatore.