di Ian Delacroix - pagine 207 - euro 14,50 -
Edizioni XII
Improvvisamente Milano viene invasa da milioni di topi. Mentre il panico
dilaga un misterioso individuo si presenta dal sindaco e propone di
risolvere rapidamente il problema ma in cambio chiede che gli vengano
"donate" dieci ragazze. Dieci anni dopo un'altra piaga, ancora più
terribile e sconvolgente, colpisce la città: un'orda sterminata di morti
viventi esce dalle viscere della metropolitana per banchettare con gli
abitanti di Milano. Ma alcuni sopravvissuti, scampati per miracolo alla
carneficina, decidono di scoprire che cosa ha scatenato questi eventi
funesti.
Tra i tanti aspiranti scrittori che ho avuto occasione di conoscere in
tutti questi anni di gestione di Scheletri Ian Delacroix è
sicuramente uno dei più talentuosi. Considero il "Nero Burattinaio"
l'ultimo baluardo di quel fanta/horror garbato ed elegante che non può che
riportare alla memoria i cosiddetti classici della narrativa fantastica.
Con questo non voglio dire che "Il Grande Notturno" sia un'opera
antiquata, anzi. Zombie famelici, azione, sangue e squartamenti non
mancano ma nonostante questo ho riscontrato una maggiore efficacia e
raffinatezza narrativa soprattutto nella seconda parte del libro (a mio
avviso la più riuscita) quella che riguarda appunto il passato del Grande
Notturno. Qui domina il marchio di fabbrica di Delacroix: uno stile
"classico" da fiaba nera dove poesia e orrore sono magistralmente
narrati.
Nei primi capitoli invece l'autore dà l'impressione di essere meno
ispirato. Poco spazio è stato riservato ai vari personaggi che, invece
di arricchire la trama, rischiano di renderla più confusa. Ma in fondo
questa è solo l'opinione personale di un lettore, il sottoscritto, che
ha bisogno di almeno 500 pagine per digerire per bene una decina di
personaggi.
La vera nota dolente riguarda invece i refusi, troppi in rapporto al
numero di pagine della pubblicazione. Purtroppo questa volta la cura
maniacale dei particolari di Edizioni XII è carente.
Con una correzione delle bozze più accurata "Il Grande Notturno" avrebbe fatto
il salto di qualità perchè, ci tengo a ribadirlo, è un'opera con
grandi potenzialità.
Voto: 6
[Alessandro Balestra]
Incipit
Passo dopo passo, la galleria muta in maniera percettibile. La
corrente che soffia all'altezza delle gambe e, ormai, Giordano non sente
quasi più, sembra accentuarsi.
C'è qualcos'altro. Impalpabile e indefinibile. E' un'impressione che i
sensi comunicano alla mente. Non dicono altro, e lui non riesce a
risalire alla fonte.
"Di qua", ordina Pietro, la pesante camicia a patchwork che ondeggia.
Mostra ancora fresco sulla fronte il taglio procurato dagli zombi. La
sua mole eccessiva non sembra infastidirlo nei movimenti, e Giordano si
chiede come faccia ad apparire così sicuro.
Il gruppo lo raggiunge lungo la banchina.
Ciascuno di loro ha di volta in volta preso l'iniziativa in quel
peregrinare ansioso e frenetico nel sottosuolo della città, dopo
l'invasione. Tranne Giulia: è sempre rimasta in disparte, a combattere i
propri demoni personali.