di Samuel Marolla - pagine 320 - euro 16,50 - Edizioni
XII
Dimenticatevi la classica ed elegante Milano da bere, quella della moda, della finanza e del lusso. La Milano di Samuel Marolla è una grigia metropoli costituita da vicoli oscuri e vecchi palazzi fatiscenti che il più delle volte celano orribili segreti. Dal folklore nostrano più oscuro prendono vita mostri innominabili che, con inquietante disinvoltura, si muovono nell'era moderna e si fanno beffe di razionalità, palmari e titoli nasdaq. Tutto questo è "La mezzanotte del secolo", la nuova antologia di racconti del milanese doc Marolla che si era già fatto apprezzare con "Malarazza" edito da Mondadori.
I nove racconti che fanno parte del libro (confezionato come sempre in
maniera impeccabile dai ragazzi di Edizioni XII) sono tutti ben scritti
e godibili al punto giusto. I migliori però sono a mio avviso quelli più
propriamente horror. Credo infatti che l'autore dia il meglio di sè
quando si cimenta in situazioni soprannaturali o perlmeno in contesti
inquietanti... i suoi mostricciatoli sono gustosamente spaventosi!
Senza togliere nulla al discreto fanta/noir "Ultima sambuca al bar
dell'ortica" o allo struggente "Il ninja bianco" le atmosfere
orrorifiche di racconti come "Una notte al Ghibli", "Luoghi
oscuri" e "Insonnia" sono davvero efficaci e terrificanti al
punto giusto.
Bando alle ciance, compratelo!
Voto: 7
[Alessandro Balestra]
Incipit dal racconto "Tenebra al neon"
Viale Monza, 6 agosto 2010.
L'odore di pioggia imminente aveva caricato l'aria di elettricità, ma
senza allentare la morsa dell'afa. Alfonso passò in auto tre volte
intorno all'intera zona, fra la Martesana, il ponte di Greco e la
ferrovia, prima di decidersi.
Quando si sentì pronto, parcheggiò di fronte allo Zelig, si fece un
tratto a piedi, scese le scale di metallo che portavano alla pista
ciclabile della Martesana, superò il ristorante greco Mykonos mentre uno
dei proprietari abbassava le saracinesche, oltrepassò le vecchie
palazzine di ringhiera che si affacciavano sul canale, nugoli di insetti
ammassati intorno ai lampioni, proseguì lungo la ciclabile oltre i due
ponti della ferrovia, e, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno
in vista, si fermò di fronte alla vecchia casa del Girozzi.