di Chiara Palazzolo - pagine 490 - euro 19,50 - Piemme
Carla ha tutto per essere felice. Un marito con cui va d’accordo, tre
figli che adora e una nuova casa, al limitare di un bosco. Il sogno di
una vita. Certo, i ragazzi avrebbero preferito restarsene in città, più
vicino agli amici, ma per lei la scelta di quella casa è stata quasi una
necessità imprescindibile, un gradino in più nella scala sociale, il
simbolo di un benessere raggiunto.
Ma qualcosa viene a turbare la sua serenità, la morte in un misterioso
incidente d’auto di Rita, l’amica di sempre, una donna vivace, una
trascinatrice a cui Carla spesso si affidava nelle decisioni
più difficili.
E poi c’è Albertino, il suo figlio più piccolo, che la mette in allarme
annunciandole di vedere spesso intorno alla casa una vecchia signora,
una strega, come lui la chiama. È l’unico a scorgerla e Carla non gli dà
peso, limitandosi a liquidare la cosa come un modo per attirare
l’attenzione. Anche perché, nel frattempo è diventata amica di una donna
che conta, Amanda Satriani, la padrona di tutta la collina, che la
invita a far parte del suo circolo di burraco.
E così Carla, che era sempre stata moglie e madre impeccabile e devota,
comincia a trascurare la famiglia, presa dal nuovo gioco e soprattutto
dalla frequentazione di Amanda. Si fa irrequieta, intollerante, ed è
sempre più attratta dal bosco carico di presagi che le tocca
attraversare per arrivare a casa dell’amica.
Dopo la trilogia di Mirta/Luna e dei sopramorti, Chiara Palazzolo torna
con questo “Nel bosco di Aus”, storia che rivisita il filone stregonesco.
Tracce della suddetta Mirta/Luna le possiamo ritrovare in Nikka/Dema,
giovane figlia della protagonista, col medesimo risultato: ho sperato,
pagina dopo pagina, che schiattasse di morte atroce e violenta, tanta è
l'antipatia che suscita. Ma questo è solo un wish che viene fuori
di tanto in tanto, perchè per fortuna la Palazzolo ci regala un
personaggio a tutto tondo, vivo, reale, empatico, capace di catalizzare
ogni energia positiva del lettore. Carla è una donna che apparentemente
ha tutto dalla vita: un marito in carriera, una bella casa, tre figli
che adora, nonostante la facciano dannare ogni santo giorno.
La morte dell'amica Rita è l'evento che scatena il cambiamento, poco a
poco, della personalità di Carla. Si sa, quando muore una persona a te
vicina, può essere che ti parta la brocca. E la Palazzolo è bravissima a
iniettare questo cambiamento all'interno di un puzzle orrorifico ben
congegnato, creando una efficacissima sospensione dell'incredulità.
L'amicizia con l'ambigua Amanda, le partite di burraco, le visioni del
figlio più piccolo di Carla, l'alone di mistero che circonda il bosco di
Aus, la stregoneria sono tutti elementi che tengono il lettore incollato
alla pagina fino all'imprevedibile finale.
Insomma, questo è un buon libro, che rinfocola le velleità del “tremate,
le streghe son tornate”.
Lo stile della Palazzolo, ecco, quella è stata l'unica cosa che mi ha
fatto un po' storcere il naso. Al solito, come nei precedenti lavori, la
punteggiatura segue un proprio schema, ben poco convenzionale. Se da un
lato ciò risulta essere una caratteristica peculiare dell'autrice,
dall'altro si fa un po' di fatica ad abituarsi a essa: in alcuni punti
la potenza narrativa cala, dovendo rileggere con attenzione un paio di
volte per capire chi dice cosa, per esempio, occasioni in cui ci si
ritrova a pregare di vedere un paio di dannate caporali.
In ogni caso, “Il bosco di Aus” è un gioiellino che conferma la bravura
di Chiara, un esempio quasi perfetto di come scrivere un buon horror, e
la cui lettura è pertanto caldamente consigliata.
Voto: 7
[Gabriele Lattanzio]
Incipit
CARLA, CORRI!
Adesso si sveglierà. Adesso si sveglia. Si sveglia sempre in quel punto.
Nel momento in cui capisce di non avere scampo, si sveglia. È terribile,
spaventoso, angosciante ma oramai ci ha fatto l'abitudine. Perfino in
sogno se ne ricorda. Che adesso si sveglia. Urlando e smaniando. Davanti
allo sguardo preoccupato di Giovanni. O a quello stupito di Albertino –
mamma? E le ombre del bosco spariscono, fugate dalla luce della lampada,
sul comodino.
CARLA, CORRI!