di Giustina Gnasso - pagine 82 - euro 11,00 - 0111 Edizioni
La quarta di copertina dice poco dell’opera d’esordio di Giustina
Gnasso, so solo che ha una trentina d’anni come più o meno i
protagonisti del suo romanzo e la cosa non dispiace perché vuol dire che
avrà tutto il tempo di scrivere altre storie divertenti e valide come
questa.
Zona Infetta è un libricino da mezzo centimetro di spessore e ciò
fa pesare l’elemento prezzo sul piatto della bilancia, accompagnato al
problema di un’impaginazione poco curata, però i contenuti leggeri e
profondi scivolano sotto gli occhi nel giro di poche ore spingendo il
lettore a proseguire la lettura fino all’ultimo rigo.
Nella Milano dei prossimi anni la vita già complicata dei pendolari
verrà traviata da un incidente di dimensioni tragiche, il cui antefatto
si srotola in una quantità di sub-vicende personali utili a conoscere
gli uomini e le donne impigliati nel triste episodio. In questo modo le
vite di Jacopo, Andy, Sghio, Luca, Clara, Giovi e Valentina si aprono al
nostro sguardo indiscreto per sondare il peso specifico delle loro
aspirazioni irrealizzate o perdute. Semplici studenti fuoricorso o
executor (cacciatori di non morti al soldo di un’impresa privata)
sperimentano tutti il gramo scorrere del tempo, alla continua ricerca di
una via d’uscita dal tunnel dell’insoddisfazione.
Probabilmente il difetto più evidente nella struttura del libro è
generato da questa esigenza di spezzarla in numerosi episodi rendendo
così meno semplice seguire il filo conduttore. Malgrado ogni personaggio
sia plasmato in tre dimensioni e respiri autonomamente si corre il
rischio di non ricordarsene e di sfogliare le pagine alla ricerca del
capitolo in cui ci viene presentato.
L’autrice non esita tuttavia a svelare le meschinità del gruppo cattivo
e male assortito riuscendo sempre a tenere il livello della narrazione
di una tacca sopra il banale. Stile originale, espressivo e dialoghi
interessanti ci accompagnano tra le camere degli orrori di assassini
insospettabili, gabinetti adibiti a ufficio di un corriere della droga e
alberghi di loschi gestori transessuali... In ogni capitolo incombe
pesante la minaccia del virus zombesco pur senza impedire la
continuazione degli affari quotidiani della gente. Proprio di fronte
all’indifferenza dei cittadini nei confronti di una minaccia al limite
del verosimile come quella del caso diventa possibile intuire la sottile
critica della Gnasso nei confronti della nostra società non così diversa
da come ce la descrive lei.
Il 2012 si approssima inesorabilmente, l’alba dei morti viventi potrebbe
già essere in embrione ma forse la metafora di Zona Infetta è un’altra:
siamo già dei cannibali dai movimenti meccanici, esclusivamente in grado
di divorarci a vicenda? La risposta è nel volume.
Voto: 8
[Gianluca Giannattasio]
Incipit
In seguito all’uso spregiudicato del conservante K222, da parte di una
nota azienda dolciaria di nome Sfizietti Zuccherosi, inizia a
svilupparsi fra la popolazione una strana forma di intolleranza
alimentare che, agendo sul sistema nervoso, porta gli individui a una
bulimica e feroce fame di carne umana.
La Sfizietti Zuccherosi elimina dal mercato i prodotti che contengono il
K222, ma è troppo tardi, poiché questo conservante si è accumulato per
anni nel corpo delle persone e come un male dormiente si risveglia a
distanza anche di decenni e non è possibile prevedere chi e quando
colpirà. Un’azienda leader in disinfestazioni e derattizzazioni, la Zeta
Group, fiuta l’affare e apre all’interno del proprio organico un nuovo
reparto che si occupa di eliminazione degli inquinati, ossia gli uomini
e le donne che hanno sviluppato l’intolleranza infettiva da K222.