di Francesco Abate - pagine 109 - euro 14,00 - Aletti Editore
La storia di Francesco (non mi riferisco all’autore ma al protagonista)
si snoda tra i vicoli di Battipaglia, città che abito da un po’ anch’io
e non dubito nasconda la sua fetta di vicende paranormali, magari
ammucchiate in un cimitero troppo abitato o come suggerirebbe l’autore
nelle vetuste abitazioni di campagna...
Francesco ha una lunga e melensa storia con Elena, progettano di
sposarsi. E’ orfano, lei rappresenta il sogno d’un ideale di famiglia
ancora non coronato ma presto il destino o quel che Dio vuole metterà il
ragazzo a luce d’un passato di cui era ignaro.
Presto dovrà rivalutare
l’intero rapporto con Elena, rompendo ogni legame e dedicandosi a un
tipo di vita del tutto opposto alle precedenti aspettative. Matrimonio e
Piacere si configura così come una storia d’amore eppure tra le pagine
non si parla di questo sentimento, non convenzionalmente: Abate lo
sfiora soltanto, scardinando cliché ammuffiti e stratificati nei fossili
della letteratura. Per secoli l’Amore è stato descritto come un’emozione
fantastica ma tutto sommato frutto di una semplice fusione tra
l’attrazione fisica e l’affinità psicologica. Un’alchimia ben poco
magica, destinata a concretizzarsi nella consuetudine del Matrimonio.
Cos’è dunque l’Amore? Cos’è questa sensazione in grado di muovere le
fila della nostra vita? L’autore offre una sua risposta personale e
piacevole al quesito non così scontato.
Ho voluto parlare di questo libro anche se non strettamente legato alle
tinte dell’orrore più fosco, anzi forse neanche in senso stretto
all’horror tenue, perché è stato in grado di trattare in un modo
alternativo la tematica delle streghe nella nostra società, ma forse sto
anticipando troppo. Mi limito a segnalarlo come un testo apparentemente
concepibile quale mainstream o narrativa pura, considerando come la vita
quotidiana sia l’elemento preponderante. Tuttavia, senza voler svelar
troppo, si scoprirà come molti elementi di questa esistenza più o meno
scontata per il protagonista Francesco siano indissolubilmente connessi
a un destino tutt’altro noioso.
Attraverso questo filone di fondo si muovono i personaggi di un romanzo
narrato con dovizia di particolari, uno stile che confesso aver trovato
in certi punti ipertrofico per la quantità d’informazioni. Non si tratta
d’una critica quanto piuttosto di constatazioni personali, in fondo la
prospettiva del lettore è soggettiva e l’approccio potrebbe essere anche
gradito ad altri. D’altronde la trama è abbastanza scorrevole al punto
da lasciar leggere l’opera nel giro di poche ore. C’è qualche refuso in
giro per le pagine ma tutto sommato sono poca cosa, avrei gradito invece
qualche stacco in più trai paragrafi per spezzare un po’ i ritmi e
rendere più agile la lettura.
Tirando le somme Matrimonio e Piacere è una buona prova d’esordio per
Francesco Abate, in grado di svelare l’inclinazione al genere fantastico
albergata nella sua vena letteraria che spero continuerà a coltivare nel
tempo.
Voto: 7,5
[Gianluca Giannattasio]
Incipit
Tutti noi entriamo in contatto, direttamente o indirettamente,
con storie d’amore. La mentalità del nostro mondo ci spinge a vedere il
matrimonio come una tappa da raggiungere necessariamente, pena il
mancato raggiungimento della felicità. Non solo ci tocca vedere l’amore
come tappa fondamentale della nostra vita, ma quasi tutti i principali
lavori della letteratura mondiale dedicano molte parole a questo
sentimento e ne tessono le lodi.