Thoralays odio senza fine

di Ottavio Nieto - pagine 600 - euro 20,00 - Ilmiolibro.it

In una sera d’inverno un ragazzino di nome Tommy si abbandona al desiderio di scrivere un romanzo fantasy. Le montagne innevate, gli abeti centenari ed una galoppante immaginazione lo spingono ad impugnare la stilografica avuta in regalo dal padre scrittore e a dar vita ad un mondo di magia, amore, odio, guerre ed intrighi. Un reame tra tutti, Thoralays, abitato da Nani, Elfi, Umani, Demoni e razze sconosciute si trasforma in un enorme teatro in cui il bene ed il male si affrontano e si scontrano senza tregua.

Il re degli Umani, Gabriel Aresis, chiede l’aiuto di amici fidati per affrontare una terribile sciagura: il rapimento di due principesse, la sua futura sposa, Arìa Tewin e la figlia del regnante degli Elfi, Nashlind Alynor. Dopo alcuni giorni una compagnia interrazziale di sei avventurieri, capeggiata dal re in persona, parte in completo anonimato dalla capitale degli Umani, Wicoren, alla volta delle terre del Nord dove si crede siano nascoste le due principesse. Il viaggio sarà molto lungo e difficile e pieno di sorprese. In realtà le notizie raccolte dal re e dai suoi fidati sono abbastanza corrette ma c’è dell’altro: il movente.
Il romanzo mi era stato consigliato circa sei mesi fa da un amico ma ero titubante poiché non conoscevo l’autore. A dire il vero mi aveva colpito molto la copertina del libro ma sappiamo che non basta. Comunque un mesetto fa l’ho acquistato e ne sono rimasto piacevolmente colpito. A parte un prologo un pochettino lento il libro scorre molto bene. Ottima descrizione dei luoghi e dei personaggi, non mancano colpi di scena nella trama. Le battaglie tra eserciti sono veramente ben scritte e mi hanno fatto “vivere” quel dramma. A chi è amante del fantasy lo consiglio vivamente. Sono indeciso per il voto ma credo che un bel 7,5 sia doveroso.
[Andrea Cacciapuoti]

Incipit
Gli occhi di Tommy, scuri come la pece e vivaci come un sole appena sorto, ammirarono estasiati i fiocchi di neve ammantare gli abeti centenari ancorati al terreno. Il naso all’insù era appiccicato alla finestra triangolare del sottotetto che i suoi genitori avevano fatto ristrutturare da poco più di un anno, insieme all’intera villetta di montagna. Il respiro eccitato appannò la vetrata che dolcemente ripulì con il polsino del maglione. Tommy sentì le voci ovattate dei genitori fuoriuscire lentamente dagli stipiti del legno. La botola chiusa sul pavimento ed il parquet opaco gli diedero una sensazione di sicurezza. Appena quindicenne, Tommy era da tutti descritto come un ragazzino decisamente sveglio e furbo, amante del computer, dei puzzle, e dei numerosi libri che affollavano le stanze di casa. Il padre, scrittore di gialli, lo rendeva spesso partecipe, in disaccordo con la madre, degli intrighi che i suoi romanzi celavano. Effettivamente a Tommy non interessava molto quel genere di storie, ma per rendere felice il padre ascoltava senza remore i suoi racconti. Lo sguardo di Tommy scivolò dalla neve alla bicicletta nuova fiammante: il bellissimo regalo che gli fece sua madre per il Natale oramai trascorso. Era una Mountain Bike con cambio Shimano a otto rapporti, un vero portento. Sotto l’albero i suoi genitori impacchettarono un casco rosso da bici, un oggetto che assomigliava molto ad un elmo utilizzato dai guerrieri spaziali, solo ed esclusivamente per sviarlo dal regalo originale, ma Tommy capì che c’era dell’altro e scese come un torrente in piena in garage dove riposava l’automobile di famiglia.