di Carlo A. Martigli - pagine 475 - euro 18,50 -
Castelvecchi
Guido De Mola riceve un plico misterioso da parte del nonno paterno, recentemente defunto, che non conosceva molto bene. All’interno, ci sono due manoscritti, uno redatto da poco, e l’altro risalente a una probabile era rinascimentale. Addentrandosi nella lettura, Guido si rende così conto dei misteri che avvolgevano la figura di Pico della Mirandola, enigmi che lo conducono in un viaggio a ritroso nel tempo, quando la Chiesa dava la caccia alle streghe e i Templari governavano il mondo nel tentativo di nascondere un segreto religioso che, ora, potrebbe stravolgere ogni credenza umana.
In questa recensione userò il termine “Templari”, quindi è chiaro che,
con un simile avviso, i lettori sono avvisati su cosa troveranno in
questo romanzo.
So che, in tempi attuali, dire “Templari”, soprattutto per quei lettori
che tendono a cercare qualcosa di più, nella narrativa, di un semplice
svago, potrebbe essere sufficiente per marchiare, spinti da ogni tipo di
- giusto - pregiudizio, qualsiasi opera.
E "999 - L’ultimo custode", best seller tricolore, in testa a ogni
classifica di vendita per molte settimane, di certo non ha
caratteristiche tali per sorvolare su questo aspetto, ma ne possiede
comunque altre per garantirsi un certo, povero ma presente, piacere
nella lettura.
Pur cercando di sorvolare sul titolo orribile e furbetto, grossa esca
succosa per le migliaia di pesci che infestano le librerie, non è di
certo la curiosità il primo stato d’animo con cui ci si avvicina al
romanzo di Carlo A. Martigli. Troppi preconcetti, troppi tabù, nonché
minacciose ombre danbrowniane, e la paura di avere a che fare con
l’ennesimo polpettone fantateologico fa arretrare di più di un passo.
Ma sebbene la scrittura di Martigli mostri attenzione, precisione,
rigorosità storica e, semplicemente, un maggior e stuzzicante gradimento
rispetto al naturale paragone letterario, l’intreccio, pur con i suoi
mille argomenti trattati, sempre gustosamente oscillanti fra il
concreto, l’esoterico e il soprannaturale, non riesce mai a catturare,
ad afferrare il lettore e coinvolgerlo veramente nella lettura.
Fin da subito, infatti, si respira una certa freddezza didascalica,
costante omogeneità delle quasi 500 pagine che mina, involontariamente,
una certa fluidità narrativa che, comunque, Martigli dimostra di saper
dare alle sue parole.
Ed è quindi un peccato, perché i temi toccati, nonostante il calo
d’interesse di cui sono stati legittimamente vittima negli ultimi anni,
presentano ben più di un accento curioso (un libro misterioso,
l’intrusione soprannaturale dei nazisti), e il desiderio di far quadrare
i conti nasce spontaneo, perché la curiosità esige risposte.
Se Martigli avesse saputo coniugare freschezza narrativa con un uso
minore di certi sterotipi fantastorici, avremmo avuto tra le mani un
romanzo magari non esplosivo, ma sicuramente importante, piacevole,
ideale punto d’incontro tra critica e pubblico.
Ora come ora, invece, "999 - L’ultimo custode" è bene o male una macchina
mangiasoldi certamente allettante per il lettore medio, ma sosta
ricreativa da cui ogni lettore leggermente più esigente dovrebbe
proteggere il proprio borsellino.
Voto: 5
[Simone Corà]
Incipit
Tutto è cominciato nove mesi fa, quando mi è arrivata la notizia della
morte del padre di mio padre. Un uomo ultracentenario, che ha avuto una
vita strana e pericolosa, per quanto ne so dalle cronache familiari.
Attraverso i resoconti di chi l’ha conosciuto e ne ha sentito parlare, mio
nonno appare al tempo stesso un solitario, un benefattore, un
avventuriero; un uomo di grande cultura, pieno di passione per ogni ramo
della conoscenza, un mangiapreti e un uomo religiosissimo.