di Autori vari - pagine 338 (12 tavole a colori) - euro 19,50 -
Edizioni XII
Archetipi non è solo un’antologia impreziosita da una splendida copertina e dall’introduzione di Gianfranco Nerozzi, ma un progetto letterario-visivo che ha visto coinvolti dodici scrittori che hanno (re)interpretato altrettanti archetipi e gli artisti di Diramazioni che per ogni racconto hanno realizzato un’inquietante tavola- stampata a colori - spiegata a sua volta alla fine del volume. Analizziamo di seguito gli archetipi e i racconti che li rappresentano:
Demone
Apre le macabre danze Danilo Arona, maestro dell’horror
nostrano, con il racconto Jay.rft, una storia ambientata sulle
rive dell’Ontario, con richiami a Stephen King e "L’esorcista". Lo
scrittore alessandrino si destreggia agevolmente tra Necronomicon, il
mito del demone Pazuzu e le nuove paure che attanagliano la società
americana. Come sempre Arona è dotato di uno stile eccellente e
ipnotico, e il suo testo è sicuramente un ottimo biglietto da visita per
il proseguo del libro.
Diluvio
È poi la volta di Daniele Bonfanti, che ci conduce in un
appassionante viaggio archeologico in Messico, in compagnia di un
assortito gruppo di esploratori intenzionati a sondare il mistero
archetipo del diluvio universale, ricorrente in ogni cultura. La storia,
dettagliatissima per quanto riguarda riferimenti storici e mitologici,
scivola via briosamente, tra ritrovamenti di reperti eccezionali,
divinità gattesche e una certa ironia.
Golem
Ian Delacroix, con il suo La nuova era, ha il
difficile compito di confrontarsi col gigante di argilla della
tradizione ebraica, il Golem. Un racconto potente e originale, dove
l’atmosfera la fa da padrona, impreziosito, a giudizio di chi scrive, da
una delle migliori tavole di Diramazioni.
Resurrezione
Il mito della resurrezione è, per David Riva, lo spunto per
tessere una storia dolorosa, ambientata in un gulag sovietico sull’isola
Zajackij. È un’ottima prova quella di Riva, un racconto che scava nella
Storia, giocato sull’alternanza tra vita e morte, ben rappresentata
dalla contrapposizione dei ghiacci del Mar Bianco e le incandescenti ali
della Fenice, l’uccello immortale, simbolo dell’eterno ritorno.
Cannibalismo
Con Fame di potere, quinto racconto di Archetipi,
precipitiamo in un oscuro vortice di grottesco. Giuseppe Pastore delinea un mondo alternativo in cui si aggirano maghi, umani, nani e
altre orribili creature, una terra in sfacelo tormentata da una banda di
spietati cannibali, sempre alla ricerca di carne, guidati dal folle
Marziale Tre Dita. Una storia spassosa, ma di quelle che fanno pensare.
Uomo nero
Strumm, classe 1970, non è un nome nuovo agli appassionati
italiani di noir e horror; in questa raccolta tocca a lui esplorare
l’Archetipo del Matmon, il Mammone, Uomo Nero o Baubau che dir si
voglia. E lo fa con chirurgica dedizione, regalandoci una storia “a
maglie,” in cui si intersecano i punti di vista di due bambini, di una
madre distrutta dalla perdita del marito e del Cattivo stesso.
Sirene
L’arcano mito delle Sirene insanguina le coste di un paesino siculo
e a fare i conti con le oscene creature vomitate dal mare saranno un
simpatico vecchio reduce del secondo conflitto mondiale, un bambino e un
burbero pescatore. Sullo sfondo della vicenda incombe cupo lo Scoglio
della Malarazza, origine del Male, novella Scogliera del Diavolo del
Mediterraneo. L’autore, Samuel Marolla, ha pubblicato nella
collana Epix Mondadori Malarazza, antologia inseribile nel filone
del new-horror nostrano.
Erede
Biancamaria Massaro sforna un racconto disturbante, a tratti
quasi insopportabile. In un mondo in cui clonazione e alterazione
genetica sono la regola, insieme a un’inquietante concezione del peccato
e della religione, si intrecciano le vicende di una madre e della sua
figlia clonata, in un valzer di orrori che sembra non aver fine. La
Massaro con il suo Di madre in figlia tesse un racconto
incentrato sulla non accettazione della morte e dell’età adulta, sul
mito della bellezza eterna, sulle aberrazioni della chirurgia plastica e
della scienza moderna, sul ruolo della donna nella società. Senza dubbio
uno dei tasselli più malati e incisivi della raccolta.
Confini del mondo
Il cartografo di Alberto Priora è un racconto
filosofico e interessantissimo, passibile di numerose interpretazioni,
dove la ciclicità della storia, del tempo e della conoscenza è
rappresentato in maniera esemplare dalla teoria del nastro di Moebius.
Natura ribelle
Facile preda di Elvezio Sciallis è un maglio
inarrestabile, un racconto che fa di un fine apparato descrittivo il suo
punto di forza. Nell’opera di Sciallis la natura, da violentata, si
trasforma in turpe violentatrice, annichilendo mentalmente e fisicamente
due ottusi e insopportabili cacciatori.
Maschera
Protagonista del racconto Il buio sotto la pelle di J. Romano è un clown triste, tormentato dall’alcool, da un incubo ricorrente e da
violenti disturbi del sonno. Nella vicenda realtà e sogno si mescolano a
creare un melange indistinguibile, in cui la follia, il liberarsi della
maschera, pare l’unica via d’uscita possibile.
Anima
Puro delirio religioso/hi-tech. Difficile definire diversamente il
superbo racconto di Luigi Acerbi, dotato di una fervidissima
fantasia tecnologica. Tra manifestazioni popolari, attivismo politico e
marchingegni tecnologici assurdi, questo Una cosa sola, apre
spazio alla riflessione su temi di attualità concernenti il ruolo delle
religioni nel panorama mondiale odierno.
Voto: 8
Incipit (dalla prefazione di Gianfranco Nerozzi)
Rintocchi.
Che risuonano nella testa e le cui onde sussultorie si ripercuotono fino
nel midollo dell’anima. Facendo sì che il contagio non si fermi, ma
continui: nei secoli e nei secoli.
I racconti di questa antologia fanno proprio così: risuonano forte nella
testa provocando brividi sul pelo del cuore. Proprio come il canto di
una campana. Sarebbe riduttivo parlare di racconti dell’orrore. Sarebbe
riduttivo anche non definirli nemmeno.
Dodici bravissimi autori, stregoni, cronisti dell’impossibile, che
lanciano battiti, uno dietro l’altro, per festeggiare l’avvento di
quella zona di confine di cui sopra. Terra incognita assolutamente
conosciuta. Impressa nei geni dell’immaginazione collettiva.
Dodici autori da leggere assolutamente per farci assordare: una
vibrazione dietro l’altra.