di Luigi Costa - pagine 167 - euro 12,00 - Enrico Folci
Editore
“Una finestra aperta su un mondo agghiacciante, un viaggio tormentato
attraverso percorsi di morte e follia: questo è il diario di un serial
killer.”
Lavorare sui meccanismi psicologici di un essere umano è impresa non da
poco, specie se l'essere umano in questione ha squilibri mentali che lo
portano a uccidere in preda a raptus, prima improvvisi e via via sempre
più programmati. Luigi Costa ci offre una visione a 360° del suo
serial killer qualunque, descrivendone senza fronzoli l'escalation
omicida e i complessi e distorti stati d'animo.
Il libro parte in
maniera un pochino lenta nelle prime sei pagine, salvo poi ingranare la
quarta, tenendo fino alla fine un ritmo alto, coinvolgente, che spinge a
divorare avidamente le 167 pagine. Un pregio di questo romanzo è
sicuramente la brevità, proprio in virtù di quanto detto prima: l'autore
non cede a lunghe e cervellotiche elucubrazioni sulla mente del
protagonista, si limita a enunciarne i pensieri, mettendoli a nudo, e a
narrarne le azioni, lasciando al lettore libertà interpretativa e
emozionale.
Lo stile di Luigi è fluido e la lettura scorre via veloce, in modo
piacevole. Lo scritto ha una buona personalità e si intravedono appena
quei difetti di esperienza tipici degli autori esordienti. Un bravo
quindi a Luigi e la solita tirata d'orecchie, invece, all'editore di
turno. La copertina non “acchiappa” e pare opera di un grafico
dilettante. Oltretutto, all'interno del romanzo ci sono errorini sparsi.
Se alla Enrico Folci non hanno un correttore di bozze (e se ce l'hanno
farebbero meglio a licenziarlo in tronco), un buon suggerimento che mi
sento di dare è quello di utilizzare il correttore automatico di word.
Per ovviare alle stupide disattenzioni che ho notato basterebbe già solo
quello. Anche vero, poi, che il lavoro di Luigi Costa è di qualità e
merita, ma l'involucro mediocre messo a disposizione dall'editore non
giustifica assolutamente un esborso di 12 euro.
Pertanto, il voto che leggerete poco più sotto sarà ricavato dalla media
tra la qualità del romanzo (un bel 7 che l'autore merita tutto) e la
qualità “dell'involucro”, appunto (e siamo sul 5 scarso...).
Voto: 6+
[Gabriele Lattanzio]
Incipit
Ho ucciso un uomo!
Ecco, finalmente l'ho detto. Anche se credo che da ora dovrò uccidere
chiunque leggerà questo diario. Ma ora mi sento più leggero, non potevo
tenermelo ancora dentro.
Perchè l'ho fatto? Non lo so.
Sono ancora troppo sconvolto per saperlo. E poi queste cose succedono e
basta. Era lì, fermo al semaforo, nella sua decapottabile, ed era felice. Forse è questo che mi ha fatto imbestialire: uno non può,
non deve essere felice mentre io non lo sono. Che aveva poi, da ridere
tanto? Perchè ha sorriso a me, uno sconosciuto, che me ne stavo
tranquillamente per i fatti miei? Se l'è cercata, quell'uomo.