di Autori vari - pagine 300 - euro 15,00 - Edizioni Il Foglio
Ben 27 racconti trovano spazio in questa antologia, uscita nel 2008, che si segnala tra i libri più venduti dellEdizioni Il Foglio. È il caso di premettere che non si tratta di un raccolta inedita, bensì di unopera nata con lintento di raccogliere tre antologie uscite, sempre per le edizioni Il Foglio, tra il 2001 e il 2006, e cioè Fame, Malefica e La stagione della follia.
Per essere un testo edito da una piccola casa editrice, non si può non sottolineare il
coinvolgimento di maestri del genere quali Valerio Evangelisti ed Eraldo
Baldini (che impreziosiscono il lavoro con le loro prefazioni) e, in veste di
autori, di Gianfranco Nerozzi, Luigi Cozzi, Alda
Teodorani, Nicola Lombardi e del padrone di casa Gordiano
Lupi.
Prima di parlare degli elaborati che più di tutti hanno colpito lattenzione del
sottoscritto, è opportuno spendere qualche considerazione di carattere generale.
Come si evince dal titolo, siamo alle prese con un testo horror abbastanza variegato anche
se manca quel tocco cosmico che contraddistingue un certo tipo di narrativa.
Molti racconti non lesinano in momenti gore e rappresentazioni di scene cruente e crudeli.
Se Fame e La stagione della follia mantengono un qualche contatto
con la realtà, Malefica regala più di una sortita nel mondo del fantastico
e, in taluni casi, persino del fiabesco.
Da un punto di vista formale, a parte la scelta (presumo volontaria) di non eliminare le
d eufoniche, il testo è curatissimo e, ancora una volta, non ha niente da
invidiare a opere di editori più blasonati.
Nel complesso, probabilmente, il trio di racconti che costituisce Fame è il
lotto più crudo. Sarà forse per il tema (il cannibalismo) o per il fatto che si tratta
di storie più noir che fantastiche, fatto sta che i racconti centrano lobiettivo di
inquietare il lettore.
In particolare brillano Il canto del cannibale di Luigi
Boccia e Il sapore della carne di Gordiano Lupi. Boccia, autore che
non conoscevo, si rivela abile nel comporre una prosa elegante e, al tempo stesso,
coinvolgente (si confermerà, quanto a stile, anche nei meno riusciti Compleanno
e I guanti neri). In altre parole, trascina il lettore nei
boschi di Monteluna alla caccia di un sedicente cannibale che pare nascondersi nella
vegetazione. Il soggetto non brilla per colpi di scena, ma una serie di similitudini di
grande impatto e un certo gusto per la narrazione onirica rendono spassosissimo il
racconto.
Più truce e citazionista è il racconto di Lupi. Lo scrittore piombinese propone la
vicenda di un guerrigliero cubano reduce dalle follie che lo hanno visto, suo malgrado,
protagonista nella guerra di Angola. Lopera è sicuramente da annoverare tra i
racconti più riusciti dellautore, soprattutto nella parte ambientata in Africa. Si
respira il forte richiamo di Hannibal Lecter (cannibalismo come trauma di guerra), ma
anche di serial killer veramente esistiti quali Andrej Chikatilio e il russo
Dzhurmongaliev (per loffrire particolari tipi di pietanze). Lo stile è come sempre
molto fluido e garantisce un ritmo sollecito che invoglia la lettura. Finale beffardo
anche se, specie nelle ultime battute, un po nellaria.
Meno brillante dei due elaborati citati è Striges di Nicola
Lombardi. Ho sviluppato questa convinzione a causa dello stile, a mio avviso, un po
povero (più appropriato per un pubblico di giovanissimi, piuttosto che per fanatici di
noir) e per via di un soggetto privo di guizzi. Lepilogo dalle tinte forti non
permette di rivalutare il resto.
Se i racconti di Fame sono caratterizzati da unimpronta realistica, lo
stesso non può dirsi per quelli di Malefica. I 12 elaborati che la
compongono, infatti, sono fiabe classiche ma narrate in salsa horror e soprattutto
ribaltate rispetto alle originali. Questo non deve far pensare che si tratti di elaborati
meno qualitativi, anzi, si tratta di storie capaci di far sognare il lettore,
permettendogli di calarsi in contesti avulsi dalla monotonia quotidiana. Personalmente è
il gruppo di racconti che più ho preferito.
Sono almeno quattro / cinque le storie degne di particolare nota, ma devo dire che anche
le restanti, salvo qualche eccezione, si assestano su livelli più che qualitativi. Ho
apprezzato in modo particolare Il cuore del capitano di Alda
Teodorani, la quale narra una storia che potremmo definire romantica, se non fosse per un
epilogo che è unautentica stilettata nel cuore del lettore.
Non sono di meno lo scanzonato e splatterosissimo La danza della sconfitta
di Riccardo Coltri - incentrato sulla vendetta di due dei porcellini
della più famosa fiaba ai danni del loro aguzzino - e lonirico Io
sono il Bosco di Alberto Corradi (secondo me da far salire
sullipotetico podio dellintera antologia), con le sue piante vendicatrici
avviluppate attorno al più classico dei castelli gotici. Di poco inferiori ai citati, ma
comunque meritevoli di menzione, Laura di Simonetta
Santamaria, che propone lopera meno fantastica del lotto e forse per questo
tra le più disturbanti (si parla di bambini assassini) e il crudele e a tratti erotico
Cappuccetto Rosso di Gordiano Lupi, in cui a essere malvagia
è proprio una sexy cappuccetto rosso, mentre il lupo è la vittima.
Ho trovato meno qualitativo, invece, il lotto di racconti che costituiscono La
stagione della follia, a eccezione di un piccolo manipolo di racconti tra i quali
lottimo Lina a Scura di Elvezio Sciallis.
Lopera di Sciallis, a mio avviso (e nonostante il sottoscritto sia spesso e
volentieri in contrasto con le recensioni e le opinioni dellautore), è la migliore
dellintera antologia, sia per il suo essere una via di mezzo tra un racconto e un
saggio (sul fantastico italiano e i motivi per cui non attecchisce a dovere dalle nostre
parti), sia per la maestria con cui è stato narrata e per levidente messaggio di
fondo che la contraddistingue (una storia terribile in cui lodio genera mostri che
sfuggono a ogni fantasia). Bene anche il bradburyano (cita in modo palese un
racconto presente nellantologia Molto dopo mezzanotte) e tesissimo
Zucche, maschere e coltelli di Nicola Lombardi e il
convenzionale La suora nera di Gaetano Mistretta,
che si salva per il suo stile brioso (piuttosto che per il soggetto). Più che sufficienti
Un incubo per Nora di Cozzi (opera peraltro presente anche su
testi Mondadori e sul mammuth della Newton dedicato ai racconti horror) e Labirinti
di Emiliano Ardolino, questultimo bravo a comunicare un certo
messaggio contro leccessiva burocrazia che impera nei nostri uffici pubblici.
Meno in palla del solito Gordiano Lupi (con lo splatteroso ma prevedibile Porto
di sangue) e soprattutto Nerozzi (Lo stravolto:
Miscela di sacro e diabolico, in un racconto che non mira allintrattenimento ma
pittura unatmosfera malatissima che lascia con lamaro in bocca il lettore
senza però coinvolgerlo troppo) e Alda Teodorani (Fame damore
opera senza mordente). Non graffia, se non per lottimo e coinvolgente stile, neanche
il racconto di Boccia (Compleanno).
Questo quanto vi appresterete a leggere nelle 300 pagine che il Foglio presenta ai suoi
lettori, in quella che da molti viene reputata la migliore antologia horror della casa
editrice. Buona lettura a tutti. Per eventuale acquisto rinvio al sito della casa
editrice: www.ilfoglioletterario.it.
Voto: 7-
[Matteo Mancini]
Incipit (dall'introduzione)
Ristampiamo in un volume unico tre successi editoriali pubblicati ne Il cerchio
della paura, collana horror nata da unidea di Luigi Boccia. Si parte con Fame. Tre
storie di cannibali contemporanei, presentate da Eraldo Baldini, dai boschi di Monteluna,
alla guerra in Angola e il ritorno a Cuba con il tormento dei ricordi, per finire con una
storia di streghe che forse mangiano i bambini. Si prosegue con Malefica (Le fiabe per non
dormire). Una raccolta di fiabe terribili. Racconti neri e crudeli che vi faranno
incontrare un sadico Cappuccetto Rosso che tortura un lupo indifeso, ma anche due
terribili Hansel e Gretel. Vere e proprie controfiabe che sconvolgono la tranquillizzante
impalcatura delle storie per bambini ed estremizzano una vecchia idea di Gianni Rodari. Si
conclude con La stagione della follia. Nubi gonfie, maligne, si addensano
allorizzonte. Le ombre del crepuscolo strisciano ovunque, attorno a noi, dentro di
noi, sussurrando pericolosi segreti ai nostri cervelli smarriti. Ed esplode così
lurlo nero della Paura. Le porte della mente si spalancano, liberando sul mondo i
velenosi fantasmi che vi ristagnano. Il quotidiano si disgrega, lultimo rifugio - il
nucleo familiare - si sgretola e si ricompone, innalzando nuove realtà impastate nel buio
e nel sangue. Undici storie che non vi faranno più guardare il buio. Valerio Evangelisti
fa da garante.