Nella morte del padre

di Luca Bettega - pagine 152 - euro 11,00 - The Boopen Editore

Un omicidio a Virdeo, piccola cittadina che si affaccia sul lago di Como, è destinato a scatenare una spirale di sangue cui solo Daniele, il giovane responsabile dell'oratorio della parrocchia, tenterà di porre fine. Daniele, tra follia e realtà, dovrà fare i conti col suo passato per cercare di spezzare un patto d'odio, un patto che qualcuno vuol far rispettare a tutti i costi, nella morte del padre.

Questo horror, primo romanzo di Luca Bettega, si basa su un'idea certo non rivoluzionaria: un protagonista che cerca di sbrogliare una matassa intricata, in cui l'incubo e la follia si mischiano alla realtà quotidiana. Tuttavia, pur registrando la presenza di alcuni clichè, l'autore riesce a non scadere nel banale e nello scontato, e ci riesce grazie a una scrittura piacevole nel complesso. Bettega gestisce bene i ritmi della narrazione, dona tridimensionalità ai suoi personaggi principali e rende vividi alcuni passaggi fondamentali orrorifici del romanzo con descrizioni di bell'impatto. Di contro, ci sono aspetti che rendono l'opera acerba, figlia di uno stile che, ripeto, pur piacevole, denota mancanza di una certa malizia, necessaria per smussare, limare ed eliminare certe imperfezioni che appesantiscono la lettura. Inesperienza, d’accordo, da parte di Luca (che comunque ha tutti i margini per migliorare, e questo romanzo ne è la prova), ma i demeriti della The Boopen Editore sono grandi, mastodontici, ingiustificabili.
Sin dalle prime pagine, si capisce che l'opera non è stata sottoposta a editing né tantomeno a una correzione di bozza. In caso contrario, invito caldamente editor e correttore di bozze a cambiare mestiere e darsi a qualche sport ameno. Non è concepibile che siano presenti, in quantità più o meno discreta, refusi, “d” eufoniche, errori di punteggiatura. Così come sarebbe stata buona cura dell'editor far presente a Luca di tagliare le troppe ripetizioni, pronomi possessivi, di spezzare ogni tanto periodi chilometrici e di stare attento ad alcune concordanze verbali che non concordano affatto. Ricevere il file contenente l'opera e stamparlo così com'è senza neanche leggerlo (o se l'hanno letto se ne sono fregati) non mi pare un atteggiamento professionale. Mi pare piuttosto un modo più che riuscito di darsi la zappa sui piedi e svilire lo scritto in questione. Perchè diciamocelo, posso anche passar sopra al fatto che l'immagine di copertina sia troppo scura o che il materiale e il metodo di stampa del libro siano scadenti (e lo sono, fidatevi), ma se il metodo di lavoro di The Boopen è questo, dubito parecchio che in futuro acquisterò qualcosa dal loro catalogo. E lo stesso ragionamento che faccio io, lettore medio, lo faranno tanti altri lettori medi. Per una casa editrice medio-piccola che intende prosperare non si può certo affermare che ciò sia una buona cosa. Ma il danno maggiore l'ha ricevuto un autore la cui opera prima è da considerarsi globalmente di discreta fattura e un trampolino verso lavori più incisivi. Attenderò perciò con curiosità il prossimo romanzo di Luca: il talento c'è.
Voto: 6
[Gabriele Lattanzio]

Incipit
- Non così in alto papà! - gridò la piccola Laura mentre l'altalena volava di nuovo verso l'arancione ormai sbiadito del cielo, in cui comparivano le prime luci di qualche stella ad illuminare quella calda sera di maggio.
- Va bene, va bene. Ora rallentiamo un pochino - disse l'uomo donando un immenso sorriso agli occhioni eccitati e spaventati che lo fissavano durante l'intera traiettoria, dal cielo alla terra e di nuovo verso cielo.
Laura restituì il regalo con gli interessi, spalancando la bocca in un'espressione che racchiudeva gioia e profonda gratitudine.