Lacrime di drago

di Luigi Brasili - pagine 128  - euro 7,90 - Delos Books

Tra i pochi sopravvissuti alla furia con cui il barone Gurdal ha fatto calare l’oscurità sulle Lande Screziate, il principe Rhad vaga alla ricerca del mago Fardal, da cui spera di ottenere la cura per salvare una ragazza stregata dalla maledizione del fafnir, che la trasforma in una creatura mostruosa durante la notte. Accompagnato dal valoroso Taros e da molti altri amici fidati, otterrà la chiave per riportare la luce nelle sue terre.
Nono episodio della collana Storie di draghi, maghi e guerrieri, nonché secondo a usare coraggiosamente il vero nome dell’autore al posto dello pseudonimo Kay Pendragon, sotto il quale, nelle prime uscite, si sono riuniti vari autori emergenti dell’universo underground, "Lacrime di drago" vede la firma dell’amico Luigi Brasili, nome molto conosciuto nel web e dintorni letterari.

Come vuole la serie, anche "Lacrime di drago" è un fantasy semplice e accattivante, indicato per lo più per un pubblico giovanile, attratto più dall’onore di gesta cavalleresche che da lunghe ricostruzioni psicologiche e originalità ricercata a tutti i costi.
Siamo quindi sì alle prese con una storia che vede buoni sentimenti e valori al primo posto, strutturata attorno alle vicende di personaggi piuttosto standard della cultura fantasy, ma Luigi sfoggia comunque momenti di grande narrazione e cura stilistica (basti solo pensare alla lunga battaglia finale, dove il romanzo raggiunge il suo climax), ritmo e accuratezza lessicale, elementi che stimolano curiosità e voracità di lettura.
Ogni parola è studiata con attenzione, e si nota chiaramente la meticolosità nella costruzione di frasi, metafore e dialoghi. Tutto è dosato con il massimo scrupolo, e non c’è una sola virgola di troppo in tutte le 128 pagine del libricino, pagine che si divorano con gran piacere, anche visivo, grazie alla cura posta dalla Delos nella realizzazione del prodotto finale.
Certo, immancabili alcune ingneuità (‘fitte lancinanti’, ‘veloce come un gatto’, qualche dialogo sottotono), che potevano essere sforbiciate senza troppi ripensamenti, e qualche refuso evidente, soprattutto nella parte finale, ma la cadenza mensile della collana deve aver influito non poco su queste mancanze tollerabili.
Resta il fatto che "Lacrime di drago" è un romanzo piacevole e ottimamente scritto, e il prezzo invitante che lo contraddistingue, nonché la facile reperibilità anche in libreria, dovrebbero abbattere gli ultimi ripensamenti, obbligare all’acquisto e supportare così non solo la narrativa principalmente underground, ma soprattutto quella di qualità.
Voto: 7
[Simone Corà]

Incipit
Le Lande Screziate caddero al sorgere del sole.
Prima di quella lunga e terribile notte, la pace aveva regnato per decine di generazioni. Nemmeno i più anziani conservavano il ricordo di scontri o battaglie nella loro terra; al massimo, la sera attorno al focolare, raccontavano di ciò che avevano saputo delle guerre combattute tra i regni del lontano nord.
Le cronche locali facevano risalire l’ultima guerra all’epoca in cui i draghi erano ancora in circolazione e spargevano il terrore fra i contadini.
Ma quando il barone Gurdal iniziò a radunare l’esercito, furono in molti a rimpiangere i tempi in cui i draghi rubavano il bestiame e bruciavano i fienili: il barone era molto peggio dei draghi, ma appena la gente iniziò a capirlo era ormai troppo tardi.
All’alba di quel triste giorno, furono molto pochi coloro che ne videro la luce: il signore delle Lande Screziate, il principe Kufer, perì per mano di Gurdal in persona. La furia del barone si abbatté con ferocia sulla corte e sui familiari del principe. Eppure, nonostante quella furia, qualcuno riuscì a sopravvivere.