di Elliot Parker - pagine 195 - euro 15,00 - Seneca Edizioni
Il nuovo caso che si appresta ad affrontare Penelope Guzman non la convince per nulla.
Baldwin, il cliente che lha ingaggiata per risolvere un omicidio, non la racconta
giusta, e nasconde molti più segreti di quanto dovrebbe.
Nelleditoria underground esiste un fattore anomalo che spesso le case editrici, vuoi
per carenza di fondi, di capacità o anche di semplici risorse umane, dimenticano di
valorizzare. Leditor, questa figura mitologica che si erge come boia implacabile
impiccando d eufoniche e ghigliottinando frasi troppo complicate, è
probabilmente il mezzo più importante con cui chiunque si professi scrittore, o qualcosa
del genere, dovrebbe avere lonore di collaborare.
E non si parla di libera scelta
personale, alla quale sottostare giusto per avere il cuore in pace, ma di obbligo
necessario, attraverso il quale capire gli errori, apprendere nuove tecniche e,
semplicemente, migliorare i propri indiscutibili capolavori.
Quello che affligge "Il colpevole" è proprio la mancaza di un
editing spietato e massiccio, capace di filtrare le impurità di una scrittura ancora
acerba e che esordisce per la prima volta su carta. D eufoniche, avverbi, infodump e
ripetizioni complicano infatti fin troppo quella che, in fin dei conti, è una storia
essenziale e accattivante, che necessitava di uno stile secco che, con laiuto delle
grinfie di un editor, Elliot Parker avrebbe certamente raggiunto.
Certo, ci si trova in una situazione delicata, dove forse la pubblicazione si mostra
ancora come un passo troppo lungo da compiere, e che con maggiore esperienza nelle dita il
risultato sarebbe stato diverso, ma cè fantasia, buona volontà spunti gradevoli,
che piacciono.
È per questo motivo che fa rabbia stringere tra le mani quello che, a conti fatti, è un
prodotto incompleto.
Editing, quale parola paurosa.
Ci si sarebbe accontenati almeno di una pulitura superificiale, per togliere i vari
momenti morti di parentesi riflessive (la lunghissima parte in cui vengono descritti i due
lati del carattere di Penelope, per esempio), che rallentano un ritmo di per sé
sufficientemente vario da tenere ancorato il lettore.
La trama, infatti, nel suo classico hard-boiled con tanto di archetipi come la detective
figacciona e dacciaio e il caso difficile da risolvere, mostra idee valide e quanto
meno adeguate a leggere fino allultima pagina.
Ma la pesantezza dellinarrestabile plotone degli avverbi e una certa ruggine nel
distendere dialoghi fluidi e credibili, fa storcere il naso e impone respiri dubbiosi.
E così dispiace che una trama con del potenziale venga imbrigliata in unedizione
purtroppo immatura e proposta a un prezzo troppo alto (15 euro per neanche 200 pagine) per
poter avere mercato. La Seneca Edizioni non può porre ogni aspettativa nella bella
copertina e sperare che il pubblico abbocchi a una sinossi che lascia abbastanza
interdetti. Se scommette su un autore esordiente deve coccolarlo e mettergli a
disposizione uno sguardo esterno che faccia schioccare la frusta.
A ogni modo, cè voglia di scrivere e di creare, lo si respira e lo si premia, ed è
per questo che è giusto aspettare Elliot Parker alla seconda prova.
Voto: 5,5
[Simone Corà]
Incipit
Luomo tamburellava nervosamente con le dita sul bracciolo della poltrona
dove si trovava seduto. Ogni tanto qualche rumore proveniente dallesterno sovrastava
per qualche momento lincessante tamburellare. A volte si trattava
dellassordante sirena di unambulanza. Oppure il fastidioso frastruono di un
motorino truccato. O magari la musica ad altissimo volume proveniente da
unautomobile maleducata. Questi sgradevoli rumori filtravano dalle finestre, per la
verità un po avanti negli anni e sul momento sembravano riuscire a zittire quella
monotona melodia. Ma si trattava solo di pochi istanti. Presto infatti il frastuono si
affievoliva sino a scomparire ed il rumore delle dita sul bracciolo di legno tornava ad
essere la colonna sonora di quel piccolo spaccato di vita.