di Federica D'Ascani - pagine 264 - euro 14,90 - 0111 Edizioni
Libero arbitrio, sogni premonitori, desideri sessuali repressi e fascino del male si intrecciano nel primo romanzo di una scrittrice emergente che, senza passare dalla gavetta dei concorsi di narrativa, partorisce un'opera con momenti di eccezionale impatto visivo. Federica D'Ascani, romana di Ostia, con i suoi 24 anni, tenta di gettare luce nell'abisso della perdizione, cercando di carpire i millenari segreti che spingono il demonio a seminare odio e violenza sulla Terra. L'autrice adempie il suo, non facile, proposito plasmando un soggetto che preferisce un taglio adolescenziale a uno più aulico (nonché esoterico-arcano).
In tale ottica, rientra la giovane età di Nico (protagonista 18enne, a
cui viene affiancato un prete esorcista dai modi tutt'altro che convenzionali) e il suo
amore per una giovane che non lo contraccambia e che sta per soccombere al fascino del
Maligno, ma anche i rapporti conflittuali tra teenager e genitori, le interrogazioni tra i
banchi di scuola e molto altro ancora. Tale impostazione, tuttavia, non deve far pensare
il lettore a un romanzo leggero, perché, quando decide di affondare il colpo,
la D'Ascani pittura scenari apocalittici capaci di suggestionare le menti dei non avvezzi
a una certa narrativa. La scrittrice, difatti, muove corde in grado di elettrizzare i
nervi anche dei meno impressionabili. Non è però l'intrattenimento puro ad animare
l'autrice. Dacon - Il delirio del male è costituito da un forte
intreccio che mette in relazione il male con l'amore, il tutto filtrato dal libero
arbitrio. Sono questi tre elementi a determinare le sorti dei protagonisti e, in più
larga scala, del mondo.
Tra i momenti di maggior gusto fantastico-orrorifico si citano le parti ambientate
all'inferno (memorabile la descrizione relativa alla purificazione delle anime dannate) e
il primo incontro tra Nico e Padre Giuseppe (interessante per le sue atmosfere tipicamente
gotiche).
Certo, l'opera non è priva di passaggi non troppo convincenti anche se bisogna dare atto
che tali decisioni risultano consapevoli e volute dall'autore.
In prima battuta, ad avviso del recensore, l'idea di strutturare l'opera in due parti non
si rivela perfettamente riuscita. Da una parte non vengono giustificate talune cose (quasi
come se si stesse vedendo un film), dall'altra si rivela forte il rischio di gettare il
lettore in una sorta di confusione nonché, per i più smaliziati, nel destare un po' di
amaro in bocca (seppur non totale, grazie a alcuni escamotage messi in atto nella seconda
parte).
In seconda battuta, non entusiasma l'idea di mettere quasi sullo stesso piano dell'uomo
sia Dio che il Demonio.
I due rivali (soprattutto Satana, per la verità), infatti, interagiscono con i
protagonisti con dialoghi, talvolta, fumettistici (altre volte ben congegnati). Ciò, se
da un lato rende più digeribile la narrazione a un numero più ampio di
lettori potenziali, diluisce l'orrore puro, in quanto sposta il male supremo
da quella dimensione superiore (e incomprensibile per l'uomo) che conferisce l'alone di
mistero all'occulto per collocarlo su un piano tangibile dai mortali. Il fatto che il
protagonista abbia 18 anni, poi, amplifica questa sensazione.
Analizzati i punti deboli o comunque quelli che convincono meno, bisogna
sottolineare il notevole impegno nel caratterizzare i personaggi. In Dacon non
c'è un personaggio uguale all'altro. Ogni individuo ha le sue caratteristiche
psicologiche e un suo background storico. Per riuscire in tale operazione, la D'Ascani
paga qualcosa sul piano del ritmo, ciò nonostante riesce a far vivere all'autore le
sensazioni dei suoi personaggi. Inoltre, grazie a uno stile scorrevolissimo e asciutto,
l'autrice esorcizza il demone della noia. Quanto allo stile, si rivelano notevoli (e mai
volgari) le descrizioni dei momenti erotici (che contraddistinguono la prima parte).
Peccato per la mancanza di editing. Infatti, nonostante il talento dell'autrice (lo si
ricorda alla sua prima opera), sono ravvisabili diversi refusi, d eufoniche
dove non dovrebbero esserci, avverbi superflui, apostrofi al posto di accenti e assenza di
rientri a inizio capoverso.
Per i curiosi, si rilevano varie citazioni alcune delle quali esplicite
(Nightmare, Dylan Dog, Il monaco di Lewis, Il
ritratto di Dorian Gray) altre indirette e forse involontarie (Hellraiser
3, Il presagio, Constantine).
Una menzione particolare per la fotogenica copertina, raffigurante un demone che digrigna
i denti.
In definitiva, siamo alle prese con un romanzo, a cavallo tra l'horror e il fantasy,
incentrato sul tema del libero arbitrio e dell'influenza che esso ha sulle sorti degli
uomini.
Federica D'Ascani è di sicuro un'autrice da tenere sott'occhio, dotata di indubbi margini
di miglioramento e già capace - come dimostrano le discrete vendite garantite da
Dacon - di ottenere un certo interesse.
Voto: 7
[Matteo Mancini]
Incipit
Perché si ere recato in quella casa?
Perché aveva ceduto, dopo esser riuscito a resistere così a lungo?
E intanto il ghigno di quel mostro si faceva via via più largo, più minaccioso.
Gli occhi, un tempo dolci e chiari, lo scrutavano neri e cattivi.
Può, uno sguardo, essere così penetrante e demoniaco da incutere tanto timore?
Possono, due occhi, far nascere un urlo in fondo alla gola, tanto da soffocarti?
Si.
Ora era chiaro.