di Frederik Pohl - pagine 146 - euro 10,00 - Delos Books
In un futuro prossimo, la globalizzazione ha risolto tutti i problemi dell'umanità. Le
multinazionali producono più del necessario: non più fame e carenze di cibo, ma obbligo
di dover consumare a qualsiasi costo.
Frederik Pohl è da sempre considerato un maestro della fantascienza
sociologica e quest'opera può essere giustamente additata tra le più importanti della
sua produzione. In poche pagine l'autore riesce a imbastire una trama convincente e a
miscelare satira, denuncia e avventura senza risultare pesante, prendendo per mano il
lettore e conducendolo senza sforzo alla conclusione.
"Il morbo di Mida" narra di un mondo esagerato, in
cui l'umanità ha subito la crescita indiscriminata del progresso, fino a farsi travolgere
in modo quasi irreversibile. La suddivisione in classi sociali, l'obbligo di dover
obbligatoriamente consumare un'ingente quantità di cibo, vestiti, auto e via dicendo,
pena multe salate consistenti in aumento delle scorte alimentari, non è un adattamento
dell'uomo all'evolversi della situazione scientifica, è una sottomissione, un'incapacità
di poter fermare ciò che lui stesso ha creato. Anche il finale, il colpo di genio del
protagonista, in realtà è una denuncia, una critica al voler fuggire i problemi,
cercando sempre la scorciatoia, la via più facile e molto spesso deleteria.
Interessante è anche il binomio uomo-automa, una metafora della società: l'incapacità
della massa di agire secondo una propria coscienza, la necessità di farsi comandare da
qualcun altro che pensa e agisce per lei.
Scritto nel 1954, questo libro è ormai considerato un classico della fantascienza, ancora
oggi molto attuale, che gli amanti del genere non possono non leggere almeno una volta
nella vita. Da lodare l'iniziativa della Delos Books che ripropone questi classici del
genere a cui gli autori moderni sono indubbiamente debitori. Tuttavia un rimprovero alla
casa editrice bisogna farlo riguardo all'editing: troppi errori di battitura e di
ortografia che sicuramente potevano essere evitati.
Voto: 7
[Nanny Ranz]
Incipit
E così alla fine si sposarono.
Erano una bella coppia, lei avvolta nei suoi venti metri volanti di velo d'un bianco
immacolato, lui con la giacca grigia da cerimonia e i pantaloni fumo di Londra.
Non fu un matrimonio in pompa magna, ma era il massimo che potessero permettersi.
Alla cerimonia erano stati invitati solo i parenti più stretti e gli amici più intimi.
Quando il pastore concluse la funzione, Morey Fry come da tradizione baciò la sposa, poi
tutti insieme uscirono dalla cappella per recarsi al ricevimento.
Fuori attendevano ventotto automobili di rappresentanza (però su venti di queste c'erano
solo automi) e tre auto completamente addobbate di fiori.