di Stephen King - pagine 527 - euro 20,90 - Sperling & Kupfer
Willa non è quello che pensa, e neanche David, per la verità. Poi c'è Harvey che ha degli strani incubi, e sua moglie non lo sopporta più. Ma ci sono anche degli oggetti che ritornano da dove nessuno è mai tornato, o che aprono porte di comunicazione con mondi di cui non sospettiamo l'esistenza, almeno fino a che un dottore non ci fa vedere nel dettaglio come potremmo immaginare il funzionamento del nostro corpo. Poi c'è uno psicanalista che si uccide, contagiato dalla follia di un suo paziente. Un ossessivo-compulsivo con un'enorme peso sulle spalle. O forse non è lui ad essere pazzo, chissà.
Un uomo la cui moglie, alla bella età di cinquantaquattro anni, gli confessa un
tradimento, e non solo quello. Uno scrittore in un bagno pubblico sulla strada che lo
porta a casa, che farà un'incontro fuori programma. Un gatto infernale, una telefonata da
dove nessuno mai telefona e un pomeriggio di festa per un diploma che non dimenticheremo.
Un donna legata alla sedia di cucina del suo vicino, per il solo fatto di aver dato una
sbirciata al bagagliaio della sua auto... e altro ancora.
Stephen King è tornato al racconto. La dimensione che meglio si accorda al suo
straordinario talento. Le brevi storie che compongono quest'antologia sono tutte un fugace
assaggio di infiniti mondi su cui vorremo sapere di più. Piccoli romanzi in nuce, che
nascondono universi ricchi di fantasia e personaggi vivissimi. Il Re sa perfettamente come
avvincere il suo Fedele Lettore, e anche questa volta ci riesce in pieno. Ciascuna delle
storie contenute in questa antologia ha un piccolo colpo di genio nascosto. Alcuni saranno
immediatamente visibili al lettore, ma altri verranno fuori dopo che il libro sarà stato
riposto, e noi avremo spento la luce.
Il racconto in sè è solo l'inizio altro, e alla fine quello che conta davvero, è il
modo in cui è scritto. King racconta cose da molti anni, ma il segreto del suo successo
è nel magico modo con cui lo fa. Una maniera che induce il lettore a visualizzare i
personaggi, a vedere da vicino le situazioni in cui si trova e, alla fine a capire.
Incredibilmente, da un certo momento in poi, non importerà più se quello che succede
possa o no essere ascritto al mondo della fantasia, perchè noi lo vedremo accadere sotto
i nostri stessi occhi, occhi che da quel momento avranno qualche piccolo problema a
chiudersi, la sera, quando tutto è già accaduto e noi sappiamo anche come è finito.
E se molti sono i suoi imitatori, il solo e unico Re riesce sempre a creare una strana
alchimia, sconosciuta anche ai più bravi tra i suoi omaggiatori, che indurrà il lettore
a desiderare di saperne di più. E il regalo più grosso che King fa al suo lettore è
appunto questo: i suoi personaggi sono talmente vivi che sarà più facile continuare a
pensare a loro, piuttosto che riporli insieme al libro e dimenticarli così.
Nell'introduzione King, come ormai ci ha abituati da tempo, ci racconta qualcosa di sè. E
le cose che dice ce lo rendono più vicino, e terribilmente umano. Mentre le note a fine
libro ci dicono qualcosa di più sui racconti. Ma attenzione: si tratta di Note dal
Crepuscolo, e quello è un luogo difficile da lasciare. Anche per chi ci si è trasferito
volontariamente.
Voto: 7
[Anna Maria Pelella]
Incipit
Non vedi al di là del naso, gli aveva detto, ma non era sempre vero. Non sentiva
del tutto immeritato il suo disprezzo, ma non era neppure del tutto cieco. E nella
stazione dove si trovava, mentre le scorie del tramonto si scioglievano in un arancio
tetro sopra la Wind River Range, David si guardò attorno e vide che Willa non c'era più.
Disse a se stesso di non esserne sicuro, ma era solo la sua testa, le sue viscere in
subbuglio ne avevano la certezza. Andò in cerca di Lander. A Lander lei non dispiaceva:
anzi la reputava coraggiosa per aver dato dei pezzi di merda a quelli dell'Amtrak che li
avevano piantati in quel modo. A molti di loro, piantati dall'Amtrak o no, Willa non
piaceva per niente.