La ragazza che giocava con il fuoco

di Stieg Larsson - pagine 754 - euro 19,50 - Marsilio

Mikael Blomkvist è tornato vittorioso alla guida di "Millennium", pronto a lanciare un numero speciale su un vasto traffico di prostituzione dai paesi dell'Est. L'inchiesta si preannuncia esplosiva: la denuncia riguarda un intero sistema di violenze e soprusi, e non risparmia poliziotti, giudici e politici, perfino esponenti dei servizi segreti. Ma poco prima di andare in stampa, un triplice omicidio fa sospendere la pubblicazione, mentre si scatena una vera e propria caccia all'uomo: l'attenzione di polizia e media nazionali si concentra su Lisbeth Salander, la giovane hacker, "così impeccabilmente competente e al tempo stesso così socialmente irrecuperabile", ora principale sospettata. Blomkvist, incurante di quanto tutti sembrano credere, dà il via a un'indagine per accertare le responsabilità di Lisbeth, "la donna che odia gli uomini che odiano le donne" (dalla seconda di copertina).

Dopo l'entusiasmante esordio de "Uomini che odiano le donne" continua la serie di "Millennium", "La ragazza che giocava con il fuoco" è infatti il secondo episodio della trilogia creata dallo svedese Stieg Larsson. Le tinte mistery del precedente romanzo vengono in parte abbandonate per lasciare posto ad un autentico poliziesco in cui, questa volta, la vera protagonista è Lisbeth Salander, la controversa ragazza che segretamente svolge l'attività di hacker. Nonostante sia inferiore al suo predecessore questo secondo lavoro di Larsson è ugualmente un ottimo libro scorrevole e coinvolgente e che non fa pesare al lettore le sue 750 pagine. Per goderlo appieno è però consigliabile leggere anche il precedente capitolo.
Voto: 8

Incipit
Era legata con cinghie di cuoio a una stretta branda con il telaio in acciaio. Le cinghie tese sopra il torace premevano. Era stesa sulla schiena. Le mani bloccate all'altezza dei fianchi.
Ormai aveva rinunciato da tempo a qualsiasi tentativo di liberarsi. Era sveglia ma teneva gli occhi chiusi. Se li avesse aperti si sarebbe ritrovata al buio, l'unica fonte di luce era una debole striscia che filtrava da sopra la porta. Si sentiva in bocca un sapore cattivo e non vedeva l'ora di potersi lavare i denti.
Una parte della sua coscienza tendeva l'orecchio per cogliere il rumore di passi che avrebbe indicato che lui stava arrivando. Non aveva la minima idea di che ora della sera fosse, al di là del fatto che aveva l'impression che cominciasse a essere troppo tardi perchè venisse a trovarla. Un'improvvisa vibrazione della branda la indusse ad aprire gli occhi. Era come se un macchinario di qualche genere si fosse avviato da qualche parte all'interno dell'edificio. Ma dopo un paio di secondi non sapeva se fosse stata solo un'illusione oppure se il rumore fosse stato reale.