Sul filo del terrore

di J. Michael Straczynski - pagine 328 - euro 5,24 - Sperling

Chris è un adolescente timido ed introverso che si è appena trasferito in una nuova scuola. L'unica persona con la quale riesce a socializzare è Roger, un ragazzino sveglio e intelligente ma con gravi problemi familiari. Tra i due nasce subito una grande amicizia rafforzata ulteriormente dalle continue umiliazioni che subiscono entrambi dai bulli del liceo.
Per Chris e Roger l'emarginazione rimane l'unica via di uscita da un mondo, quello scolastico, tutt'altro che facile, dove vige la legge del più forte e dove i "più grandi" hanno sempre la meglio a suon di botte e violenze psicologiche.

Ma il loro destino è destinato a cambiare radicalmente quando, in modo fortuito, entrano in contatto con un'entità in grado di esaudire ogni loro desiderio. All'inizio Chris ne rimane affascinato ma poi subentra il terrore quando scopre che l'entità sta manipolando Roger per indurlo a vendicarsi delle violenze subite.
Nonostante la trama di questo libro non sia molto originale (è sufficiente pensare a tutti quei film horror e non incentrati sullo sfigato di turno che riesce a ribellarsi) il risultato finale è assai positivo. Il merito va alla narrazione scorrevole e coinvolgente di J. Michael Straczynski, e al buon ritmo degli eventi che scandiscono le azioni dei personaggi.
In conclusione "Sul filo del terrore" è un romanzo che possiamo definire poco impegnativo, facile da leggere, ma divertente.
Voto: 7,5

Incipit (dall'introduzione)
Se accettiamo per un momento la nozione che siamo più autenticamente definiti come individui negli anni immediatamente precedenti all'ingresso nell'età adulta, non ci sorprenderà che questo libro tratti proprio di quel periodo di tempo... e di molte altre cose, alcune delle quali pericolose e dai molti denti. Dato l'argomento, è quindi doveroso che questo romanzo sia dedicato
agli alunni e al corpo insegnante della Chula Vista High School classe '72
In particolare, alle professoresse Jo Ann Massie e Rochelle Terry, che per prime mi hanno insegnato ad ascoltare la musica. Inoltre ai professori Dennis Renfro, John Head, Valerie Russel e anche a Leonard Hummelman.
A quei compagni che mi hanno accolto tra di loro e che hanno reso tale esperienza ciò che poteva e doveva essere... come a coloro che ne hanno fatto ciò che non avrebbe dovuto essere. Nulla viene mai dimenticato.