Il vangelo secondo Satana

di Patrick Graham - pagine 530 - euro 18,60 - Nord

1348 d.C.: Madre Yseult si è nascosta. Non per eludere gli orrori della peste, ma per sfuggire al monaco che si è introdotto nel convento e che sta uccidendo le sue consorelle. Egli sta cercando un volume maledetto, opera del demonio. La Chiesa lo ha affidato all'ordine segreto delle Recluse perché nessuno lo potesse vedere, mai più. Per questo Madre Yseult si è murata viva, stringendo fra le braccia il Vangelo secondo Satana. Oggi: Marie Park, agente dell'FBI, inizia a indagare su un serial killer, che colpisce tutte donne che erano collegate alle Recluse.

L'assassino sarebbe dunque alla ricerca di un libro segreto, un libro che la Chiesa per secoli ha cercato di occultare e di cui si erano apparentemente perse le tracce dal 1348. Ma il Vangelo secondo Satana esiste ancora, e il Vaticano è disposto a tutto pur di non far conoscere al mondo la vera storia di Cristo. Aiutata da padre Carzo, giovane prete incaricato dal Vaticano di indagare su inquietanti fenomeni di possessione demoniaca, Marie decide di ricostruire e seguire le labili tracce che il volume ha lasciato nel corso dei secoli. Nel frattempo la setta della Fumata Nera, erede dell'ordine dei Templari, sta tramando per rovesciare il Papa.
Visto il recente proliferare di thriller teologici, non tutti di qualità accettabile, mi sono accostato con qualche titubanza a quest'ennesimo titolo che strizza l'occhio a vangeli, Chiesa e demoni.
Per una volta ammetto senza problemi di aver pensato male per niente. Anzi: mi spingo a dire che “Il Vangelo secondo Satana” è di gran lunga il migliore thriller teologico letto da quando ho scoperto questo sottogenere.
Una precisazione va fatta subito: questo è anche un libro horror. A differenza di tanti altri esponenti della categoria, l'autore non risparmia l'utilizzo del cosiddetto “orrore soprannaturale”. Il nemico, ancor prima dell'uomo, è Satana stesso, e i suoi alfieri (i demoni) operano nel mondo degli uomini, a volte possedendo i loro corpi, altre volte manifestandosi come incarnazioni maligne impalpabili ma reali.
Dalla sinossi (presa da IBS) si capisce a grandi linee qual è la trama del romanzo di Patrick Graham. In realtà l'autore è riuscito a comporre un mosaico inquietante e quasi perfetto, mischiando diversi generi e sottogeneri con pennellate geniali. E allora abbiamo gli intrighi cospirazionisti alla Dan Brown, le atmosfere de “L'Esorcista”, il clima di cupi presagi de “Il Signore del Male”, fanta-archeologia alla Martin Mystere, ma anche gli intrecci internazionali dei più classici thriller moderni.
Se a volte mischiare fattori così diversi tra loro ha il risultato di produrre un inutile pastrocchio, rassicuratevi: questa volta non è così. In realtà il romanzo è un mosaico decisamente riuscito in cui si incastrano diversi personaggi, maggiori e minori, quasi tutti dotati di una tridimensionalità, ma non appesantiti da lungaggini introspettive che, obbiettivamente, a volte rendono illeggibili alcuni romanzi di genere horror.
Sullo sfondo di tutto c'è la teoria ipotizzata dall'autore, ben più eretica e blasfema di quelle messe insieme da Dan Brown. Graham infatti immagina l'esistenza di un Vangelo eretico in cui viene raccontata la “vera” storia degli ultimi giorni di Gesù il quale, morente sulla croce, avrebbe abiurato il suo Padre Celeste, chiedendo l'aiuto di Satana per tornare dalla morte.
Io non sono particolarmente credente, ma devo dire che questa ipotesi mi ha (piacevolmente) disturbato. Questo anche perchè, a differenza di altri scrittori in fondo “buonisti”, Graham non dà una vera risposta consolatrice, lasciando invece un grosso punto di domanda fino all'ultima pagina del libro. Il Vangelo di Satana da lui inventato è dunque vero, oppure si tratta del più riuscito inganno di Satana? I lettori non lo scopriranno mai con certezza, bensì saranno liberi di abbracciare la teoria che preferiscono.
Inoltre, cosa non semplice, specialmente per i lettori più navigati, a tratti il libro incute una sana paura. L'autore è infatti bravo a creare atmosfere che fondono elementi gotici a fattori horror più attuali. Senza svelare troppo, cito ad esempio i capitoli in cui l'agente Parks si trova in visita al convento dell'ordine delle Recluse, un luogo ameno e abitato da inquietanti suore di clausura. La descrizione del convento, le sue atmosfere, e le stranezze delle suore medesime fanno venire più di un brivido, così come anche i fantasmi che Marie Parks riesce a vedere grazie al suo “talento” particolare. Graham sembra dunque aver imparato la lezione dai maestri genere, i vari Lovecraft e Stoker, spruzzando però il tutto di ottime citazione cinematografiche.
Il romanzo può essere diviso in due grandi blocchi: il primo è decisamente improntato su atmosfere che richiamano a film quali “l'Esorcista” e “il Presagio”; il secondo blocco fa una virata verso il thriller internazionale/teologico, pur non rinunciando mai a chiari e predominanti caratteri tipici del genere horror.
Tutto perfetto? No, come è giusto che sia. Alcuni difetti ci sono. In primis c'è da dire che ogni tanto l'autore cade nel trabocchetto degli stereotipi. Due esempi eclatanti li riscontriamo in padre Carzo, un esorcista che ricorda molto padre Merrin, e in Marie Parks, che guadagna la sua capacità di vedere i fantasmi dopo essere uscita dal coma. Anche la trama “cospirazionista” sa un po' di già visto, pur essendo suggestiva e ben narrata. I “cattivi”, qui rappresentati dai cardinali eretici della setta chiamata “Fumata Nera”, non hanno il vero carisma dei grandi antagonisti; in compenso questo ruolo è ben calzato a Caleb, il demone inviato dagli Inferi per recuperare il Vangelo di Satana al fine di distruggere la Chiesa di Roma.
Difetti tutto sommato trascurabili; se ci si approccia a questo libro con la voglia di godere di un buon romanzo di genere, resterete più che soddisfatti, anzi, quasi estasiati. A me è accaduto proprio questo...
Voto: 8
[Alessandro Girola]

Incipit
Mentre l'aria si assottiglia nella bugigattolo in cui finisce di consumarsi una grossa candela di cera, la fiamma si affievolisce. Non tarderà a spegnersi. Sprigiona un odore nauseante di sego e di corda bruciata.
Spossata a causa del messaggio che ha appena finito di incidere sulla parete con un chiodo da carpentiere, la vecchia suora segregata lo rilegge un'ultima volta, sfiorando i segni coi polpastrelli laddove gli occhi stanchi non riescono a distinguerli. Poi, quando è certa che le parole sono state incise abbastanza profondamente, verifica con mano tremante la solidità del tramezzo che la tiene prigioniera. Un muro di mattoni il cui spessore la isola dal mondo e lentamente la soffoca.