di Davide Cassia - pagine 263 - euro 11,90 - Edizioni XII
Il thriller allitaliana, meglio se con benvoluti risvolti orrorifici, ha sempre un
suo fascino e un suo perché nel panorama della piccola editoria. È ormai da un po
di tempo che il fantasma della facile esterofilia mi sembra sia stato abilmente scacciato,
almeno nel giro di novizi/esordienti/siti/case editrici in cui mi aggiro da qualche anno,
ma è ogni volta un piacere avventurarsi in un contesto familiare e sentito.
Ciò che salta subito allocchio in questo Inferno 17, nuova leccornia firmata
dallomo de panza Davide Cassia, è una scrittura colloquiale e bonaria, che
diffonde simpatia e un senso di affetto e legame verso tutti i personaggi, compresi quelli
secondari o negativi.
La naturalezza delle espressioni, lumorismo bonaccione e il carisma con cui sono
stati delineati, li rendono piacevoli compagni di avventura sin dal primo capitolo, nei
loro problemi, nelle loro angustie, nelle loro prove.
Il fatto che nessuno di loro spicchi per gusto innovativo non risulta essere un dilemma,
in fondo il poliziotto scontroso e asociale e luomo stressato e vagamente
sempliciotto li abbiamo visti centinaia di volte. Ma cè feeling, e quando possiamo
contare su questo aspetto, non serve altro.
Daltro canto, proprio questa scrittura così confidenziale e vicina al linguaggio
parlato si dimostra anche il tallone dAchille di Inferno 17. Spesso si sente la
necessità di un lessico più ricercato e meno generico, che graffi di più la situazione
e renda certi sezioni meno standardizzate.
Ma se su questo possiamo chiudere un occhio, una tiratina dorecchi è invece
dobbligo per la cascata di avverbi, a volte davvero eccessivi.
A ben vedere, tuttavia, la vicenda è stimolante e curiosa, e cattura grazie a un gioco ad
incastro sempre funzionale che tiene alto il ritmo. Si resta poi decisamente sorpresi
dalla rivelazione finale, anche se un piccolo appunto riguardo alla battaglia conclusiva
(forse troppo veloce, forse trattata con meno sicurezza, forse sorretta da una scusante
magari non proprio credibile) si può fare.
Ma non è niente di che, soltanto un piccolo neo narrativo che sparisce volentieri di
fronte agli avvenimenti che gli sono preceduti.
Inferno 17 è quindi un buon passatempo, che tiene compagnia con divertimento e
spensieratezza, e che sa incupirsi alloccasione e rendersi truce. Non è privo di
difetti, ma daltronde chi è perfetto al giorno doggi?
Voto: 7
[Simone Corà]
Incipit
Paolo aprì gli occhi sulla penombra della sua stanza, la sveglia stava scuotendo
laria viziata con colpi di maglio quasi dolorosi. Arrestò quel flusso diabolico
tirando una gran manata sulla testa della maledetta e poi si girò dallaltra parte
ripiombando immediatamente nel mondo dei sogni.
Dopo nove minuti e quattordici secondi la fastidiosa cacofonia ritornò a tartassare il
mondo onirico dove stava galleggiando con gioia. Bersagliò di nuovo lodiata
macchinetta e decise che ne aveva avuto abbastanza. Scostò le coperte, si stiracchiò e
appoggio i piedi sul pavimento freddo in cerca delle pantofole. Le trovò dopo undici
secondi e poi andò in bagno a immergere la testa nel lavandino colmo di acqua gelata.
In cucina Giulia aveva già preparato la colazione: caffellatte e brioche scaldate nel
microonde.
«Buongiorno, amore», lo salutò.
«Speriamo», rispose Paolo, e le baciò il collo.