Tra gli orrori del 2000

di Chelsea Quinn Yarbro - pagine 168 - Urania

Con questo romanzo, uscito il 20-05-1979 nella collana Urania (N. 784), la scrittrice Chelsea Quinn Yarbro - conosciuta in Italia soprattutto per il romanzo “Hotel Transilvania” - affronta un soggetto che potremmo definire “post atomico” anche se con un indubbio gusto per il macabro (amputazioni, sventramenti e gente divorata dai cani sono materia ordinaria per la scrittrice).
Ci troviamo, infatti, al cospetto di un mondo regredito al medioevo, in seguito agli effetti dell’inquinamento e della malattie infettive che ne sono derivate. La popolazione umana, nonché quella animale, ha subito enormi perdite, mentre nuove specie si sono evolute, comprese orde di uomini mutanti capaci di auto-rigenerare gli arti perduti.

In tale contesto, i due protagonisti (un uomo e una donna) si troveranno a errare tra un paese e l’altro, sfuggendo da bestie affamate, ragni velenosi, lebbrosi, ma soprattutto dalle bande di teppisti che depredano i villaggi fantasma. Paesaggi innevati e foreste bruciate costituiscano il background in cui si svolgeranno i fatti.
Dalla breve descrizione sopra riportata, il lettore potrebbe pensare di trovarsi alle prese con un romanzo avvincente; in verità, al di là delle suggestive location e di qualche passaggio descrittivo di sicuro impatto (penso al terrificante primo capitolo oppure alle descrizioni dei soggetti impalati nel bel mezzo di una cittadina fatiscente o alla parte ambientata all’interno dell’abitazione di una vecchia cannibale), il romanzo si rivela monocorde e alla lunga noioso. Il difetto principale è l’assenza di un forte soggetto e di un’idea che vada oltre alla volontà di mostrare le conseguenze che possano derivare dalla vita civilizzata della seconda metà del ‘900. Per dirla in breve, sembra che la Yarbro abbia scritto la storia senza preoccuparsi del suo sviluppo narrativo e senza individuare snodi o colpi di scena che possano definirsi tali. Si assiste così all’interminabile viaggio dei due protagonisti, con spostamenti di paese in paese e con numerose descrizioni relative ai pasti consumati e alle scene di caccia. Presenza anche di alcuni scontri armati e di qualche incontro ravvicinato con cani randagi e orsi.
Anche lo stile narrativo non è dei più accattivanti. Come potrete capire anche dalla lettura dell’incipit, la Yarbro si rivela troppo macchinosa con conseguenze che si ripercuotono sul ritmo della storia e sulla scorrevolezza dei periodi.
In definitiva, si resta a leggere sperando che, da un momento all’altro, vi sia un evento che faccia decollare la storia, ma questo non avviene mai (neppure alla fine!).
Non mancano inverosimiglianze piuttosto evidenti (vedi il fatto che gli impianti idraulici o di riscaldamento delle case abbandonate siano ancora funzionanti oppure il fatto che i protagonisti accettino del cibo da chi pensano possa ucciderli), così come alcuni buchi narrativi che si sarebbero potuti tranquillamente evitare (non si capisce bene come possano crescere, a taluni mutanti, gli arti perduti). Nel complesso, direi che si tratta di un’opera mediocre.
Voto: 4,5
[Matteo Mancini]

Incipit
La maggior parte dei cadaveri giacevano presso i silos e i depositi del quartiere industriale dove i difensori, intrappolati tra i Vigilanti e il fiume Sacramento, avevano opposto l'ultima resistenza ed erano stati massacrati. Anche un certo numero di assalitori erano rimasti sul terreno, e Thea notò che alcuni erano in uniforme. Ciò che restava della Difesa Civile, evidentemente, aveva fatto causa comune con le bande di saccheggiatori e assassini che s'erano dati il nome di "Vigilanti"... Thea continuò ad avanzare cautamente e col cuore in gola, ma senza mai perdere la testa. Non era perdendo la testa, che aveva potuto sopravvivere fino a ventisette anni... Nella sua marcia da sud, stamattina, era passata per Orland ridotta a un cumulo di macerie sulle quali ancora stagnava un puzzo d'incendio e di morte. Dopo il tramonto aveva proseguito verso est e i primi contrafforti della Sierra Nevada. Così aveva raggiunto Chico; ciò che restava di Chico. Qui, massacrati i difensori, i Vigilanti s'erano sfogati sui pochi abitanti rimasti. C'erano uomini, uomini orribilmente mutilati, appesi per i piedi ai lampioni. E c'erano donne.