Di santi e d'ombre

di Christopher Golden - pagine 388 - euro 11,50 - Gargoyle Books

Peter Octavian è un vampiro e vive a Boston verso la metà degli anni novanta, dove svolge il mestiere di investigatore privato. Da secoli è in lotta con la sua gente, a causa delle sue idee: è convinto infatti della possibilità di una pacifica convivenza con gli esseri umani. Mentre sta indagando sulla scomparsa di Janet, la figlia di un suo amico, le indagini vengono ostacolate dalla comparsa di un prete, Liam Mulkerrin, inviato da una sezione speciale del Vaticano, dotato di poteri straordinari. Costui è alla ricerca del “Vangelo delle Ombre”, un libro magico che nasconde segreti che vanno al di là di ogni immaginazione. Peter, compreso il pericolo rappresentato da Mulkerrin, sarà costretto a riunirsi alla sua gente per scongiurare una catastrofe che grava non solo sui vampiri, ma su tutto il genere umano.

Diciamo la verità: ormai i vampiri hanno davvero rotto, ma forse è meglio affermare che hanno rotto gli pseudo autori moderni che sfornano libri in fotocopia, in cui la figura di questo splendido essere è quasi sempre sbiadita. La Gargoyle Books fa uscire quest'opera nella sua collana Nuovi Incubi. Mai scelta fu più azzeccata.
Di santi e d'ombre è un libro che definire innovativo è dir poco: in esso la figura del vampiro è lontana anni luce dai modelli del Dracula di Stoker; qui il vampiro non è descritto come un essere demoniaco il cui unico scopo è quello di succhiare sangue dagli uomini e di trasformarli in altri non-morti: i vampiri esistono, perché devono esistere, come i fiori, le piante, gli animali e tutte le altre creature del mondo. Christopher Golden abbatte uno dopo l'altro tutte le vecchie ideologie della natura vampirica, così che alla fine sembra quasi che non sia impossibile il sogno del protagonista di una pacifica convivenza tra le due razze.
Il romanzo è avvincente e scorre molto bene senza pause, in un susseguirsi di colpi di scena che attirano il lettore e lo spingono ad andare avanti, per sapere cosa succederà. La psicologia dei personaggi non è molto evidenziata, eccetto Peter e Mulkerrin, ma la trama non ne risente, anzi, l'autore sembra quasi che voglia insistere sul farci capire che non esiste una razza buona ed una cattiva, ma personaggi positivi e negativi all'interno delle due. Il finale è forse un po' troppo eroico, magari qualcosa di più cupo e gotico sarebbe stato più appropriato.
Molti sono gli interrogativi che alla fine del libro attendono ancora una risposta, ma ciò è dovuto al fatto che questo è il primo volume della “Saga delle Ombre”, giunta in America al quarto volume e spero proprio che la Gargoyle riesca a pubblicarli tutti, perché se è vero che il buongiorno si vede dal mattino...
Voto: 8
[Nanny Ranz]

Incipit
Manny Soares cominciava ad averne abbastanza di lavorare con quella maledetta scopa. Vent'anni nell'ufficio della Segreteria di Stato ed era ancora lì, con la scopa in mano. La lasciò cadere con un tonfo sul pavimento del bagno. Aveva bisogno di una sigaretta.
Se ne accese una camminando verso la sezione elaborazione dati. Non avrebbe mai fumato in uno degli uffici privati.
Le luci erano spente, aveva terminato di pulire la stanza già da un'ora, ma non era ancora completamente buio. Le stelle e una luna splendente illuminavano la notte, una bella notte limpida. Il giorno dopo doveva nevicare, ma non c'era da fidarsi, data la fama dei meteorologi di Boston. L'unica cosa buona di questo lavoro erano le finestre. Guardando fuori, come faceva spesso, Manny pensò molto di più in quei cinque minuti che in tutto il resto della giornata. Era terribilmente bello.