Pietra

di Kristle Reed - pagine 204 - euro 13,00 - Il Melograno

"Pietra" è un romanzo horror di qualità. Questa è la prima cosa che ho pensato quando sono arrivata all'ultima pagina. Quale accanita lettrice (specie di romanzi horror e thriller) ho sempre delle grosse aspettative quando apro un libro. "Pietra" ha pienamente soddisfatto queste aspettative, è stata una lettura appassionante, elettrizzante, a tratti addirittura commovente. Ma procediamo con ordine e lasciate che vi illustri, a grandi linee, la trama. Non posso dirvi tutto, ovviamente, altrimenti vi rovino la suspense che questa storia suscita fin dalle prime pagine.

Tutto si svolge in un paesino isolato del Carso Istriano. Jonathan e Barry sono due fratelli che saranno chiamati a risolvere un mistero che, a sua volta, porterà alla luce un'agghiacciante verità. Ci sono di mezzo un antico bassorilievo, una necropoli, sacrifici umani di un lontano passato che si ripercuotono nel presente con bizzarri rituali. Ottima la descrizione dei luoghi (sembra di vederli attraverso gli occhi della narratrice) e ottima anche la caratterizzazione dei due fratelli, legati da un fortissimo legame affettivo. Oltre che su atmosfere tipicamente horror, il romanzo si regge anche su tematiche molto umane come l'amore fraterno, la vita e la morte, il dolore di un lutto. Si viene quindi emotivamente coinvolti nelle vicende cui i due protagonisti vanno incontro. L'ho trovata una lettura appagante, scivolata via sotto gli occhi con eleganza e scorrevolezza. Ottimo stile. La suspense è sapientemente dosata e mantiene alta l'attenzione del lettore. Ottima scrittrice. Sono contenta di averla scoperta.
Voto: 10
[Giulia]

Incipit
Dio, aiutami!
Si arrampicava verso l’alto, le mani coperte di graffi, il corpo pieno di lividi e ferite, stremato e sanguinante. Si arrampicava e sentiva che la roccia fredda sotto le sue mani vibrava. L’energia negativa strisciava attraverso le dita, attraverso i polsi, lungo le braccia, verso la testa e i suoi pensieri confusi.
La terra tremava, prossima a partorire un terremoto di dimensioni spaventose. La terra non voleva lasciarlo andare, la pietra non voleva rinunciare a lui. Il vento ululava sopra la sua testa. Fuori, nel mondo esterno, lo si sentiva frustare i rami dei pini e degli abeti, fischiare tra i cespugli melodie contorte, accarezzare i tumuli della necropoli.
Gridò, gli occhi pieni di polvere e lacrime, il freddo che mordeva la pelle, e dentro il fuoco di una resistenza che si andava spegnendo. Gridò forte per riaccendere quel fuoco, ritrovare il coraggio e la voglia di lottare. Gridò perché non poteva finire tutto lì.
E mentre la disperazione tingeva di nero ogni cosa, pensò che avrebbe tanto voluto tornare indietro per avere la possibilità di evitare che ciò accadesse. Pensò a quando tutto quell’orrore non era ancora cominciato, e a come l’inferno li avesse accolti con un sottile ma chiaro ammonimento nascosto tra le nubi di un temporale imminente.
Dovevamo lasciare in pace ciò che doveva essere lasciato in pace, pensò.
Perché ciò che è sepolto, è sepolto.
E i segreti è meglio rimangano tali.