Rabbia. Biografia orale di Buster Casey

di Chuck Palahniuk - pagine 355 - euro 16,00 - Mondadori

Buster “Rant” Casey è un personaggio assai particolare, intanto è un untore, ha il virus della rabbia e non si fa nessun problema a propagarlo, poi è un collezionista di denti da latte e fan della fatina degli stessi, inoltre risulta essere un sovversivo di prima misura. Poi ancora è uno dei più famosi party crasher, ultima moda a metà tra il fight club e i deliri di Ballard, ed ha anche una capacità che lo rende quasi immortale, e come qualcuno prima di lui dopo la sua morte lascia un messaggio che dice “fra tre giorni ritornerò”.

Questa è una biografia orale della breve e delirante vita di un altro dei vivissimi personaggi di Palahniuk, autore della più lunga carrellata di alcuni tra i più indimenticabili fuori di testa che la letteratura recente possa vantare.
Apprendiamo così che Buster era il genere di errore che una ragazza deve assolutamente fare, finchè è abbastanza giovane da potersi riprendere e che giocare al gioco della bottiglia con Rant nei paraggi era rischioso, sotto tutti i punti di vista.
Leggere questo libro è un’esperienza piuttosto particolare, intanto perchè la modalità con cui è scritto aumenta il piacere della lettura, rendendola varia e sempre leggerissima, poi perchè il protagonista è il genere di personaggio che Chuck Palahniuk ci ha abituati ad aspettarci dai suoi lavori.
Rant riesce a rendersi simpatico nonostante l’aspetto trascurato e i denti neri, e incredibilmente ha la capacità di costringere i suoi interlocutori a scegliere tra il dire la verità o soffocare nelle loro stesse menzogne. L’ambientazione è leggermente futuristica, di quelle che solo Dick ci aveva abituati a temere, ma che in Palahniuk diviene il naturale prolungamento del delirio che già stiamo vivendo. In un domani che è pericolosamente dietro la porta saremo divisi tra notturni e diurni e separati per sempre da una sirena. Giocheremo al party crashing decorando le nostre auto con oggetti diversi che indicano il tema della serata, come la torta nuziale nelle serate oggi sposi, che finiremo per tirare addosso agli altri partecipanti una volta che saremo finiti fuori strada. Avremo una radio che racconta i particolari più succulenti degli incidenti, che spesso provocheremo noi stessi. E quando la nostra figlioletta dark morirà per il morso del suo pipistrello, faremo una veglia funebre che somiglierà pericolosamente ad una delle sue feste di compleanno e metteremo su un gruppo di sostegno per i genitori i cui figli sono intrappolati nello stile di vita dark.
Da DRVR Radio Traffico Esplicito: Un ultimo aggiornamento dai ragazzi del vagone carne a proposito del ribaltamento fatale sulla 213. La canzone che stavano ascoltando quando sono morti era My Sharona degli Knack. E dunque il premio “Canzoni di Morte” oggi va a Brian Lambson... un saluto da Tina Qualcosa di Traffico Esplicito: perchè noi sappiamo cosa volete vedere...
Lo stile originalissimo di Palahniuk rende frizzante tutto il racconto e i suoi personaggi sono quanto di più quotidiano e vicino a noi si possa immaginare, solo che loro hanno tolto il freno e lasciato che la follia che alberga dentro ciascuno di noi prenda il sopravvento in una escalation perfetta che culmina con la celebrazione del più gigantesco no che si possa urlare alla normalità.
Palahniuk ci porta allegramente incontro al bivio tra normalità/appiattimento e follia/degenerazione e, senza darci il tempo di decidere ci lancia nell’iperbole che sola rende significativa un’intera vita a dispetto di tutte le cautele e le precauzioni che potremmo mai sognare di prendere.
La sua prospettiva rende allettante persino la morte, qui vanificata da un gioco di rimandi che è il punto più alto della sospensione dell’incredulità mai richiesta ad un lettore. Ed è proprio questo l’unico punto debole di un lavoro per altri versi eccezionale, sta quindi ad ogni singolo lettore decidere se concedere la sospensione e godere del finale assolutamente folle dell’intero viaggio o mollare là il suo narratore ed optare per un attaccamento alla bistrattatissima normalità.
A voi la scelta, io la mia l’ho già fatta, ci vediamo dall’altra parte. Un saluto da Tina Qualcosa di Radio traffico esplicito: perchè noi sappiamo cosa volete vedere.
Voto: 8
[Anna Maria Pelella]

Incipit
Wallace Boyer (venditore d'auto):
Come la maggior parte delle persone, anch'io non avevo mai visto Rant Casey né ci avevo mai parlato finchè non è morto. Con la gente famosa è così, quando tirano le cuoia la loro cerchia di amici intimi si ingigantisce. Un morto famoso non può girare per strada senza incontrare un milione di migliori amici che nella vita vera non ha mai conosciuto.
Per gente come Jeef Dahmer e John Wayne Gacy, morire è stata la miglior mossa di carriera che abbiano mai fatto. Dopo che Gaetan Dugas è morto, il numero di partner sessuali che dicono di averci scopato è schizzato alle stelle.
Come diceva Rant Casey, la gente ti rende famoso parlando male di te finchè sei vivo, oppure cantando le tue lodi quando non lo sei più.