Velocity

di Dean Koontz  - pagine 448 - euro 18,00 - Sperling e Kupfer

Billy Wiles è un barista di un locale per famiglie nella contea di Napa. Conduce un'esistenza taciturna e solitaria da quando la sua fidanzata Barbara è entrata in coma a causa di un avvelenamento per un cibo avariato. Una sera, uscendo da lavoro, sotto il tergicristalli della sua auto trova un biglietto con sopra scritto uno strano messaggio: Se non porti questo biglietto alla polizia ucciderò un'adorabile insegnante bionda. Se invece porti questo questo biglietto alla polizia ucciderò un'anziana filantropa. Hai sei ore di tempo per decidere. Sta a te scegliere.

Cos'è? Uno scherzo di cattivo gusto o forse il primo messaggio di un macabro gioco di un pazzo omicida?
Dean Koontz ha una carriera di trenta anni alle spalle ed ormai ha raggiunto un proprio stile di scrittura. Se si decide di compare un suo libro, è inutile aspettarsi chissà quali novità. I personaggi sono quasi sempre gli stessi: il protagonista, un uomo o una donna con alle spalle un passato turbolento e con un pesante fardello da sopportare, il classico scheletro nell'armadio; il suo avversario, uno psicopatico, affetto da manie di grandezza con una concezione molto singolare nell'intendere la vita e nel gustarsela. La caratteristica principale di Koontz molto spesso risiede quindi nel ritmo che riesce imprimere alla storia, alla sua capacità di narrarla. Velocity non può certo definirsi uno dei suoi libri migliori, ma comunque è una buona prova, che raggiunge a mio avviso la piena sufficienza. La storia è ben strutturata, un thriller in cui raramente ci sono momenti scontati che sanno di già visto e sentito. Ho detto raramente, perché purtroppo qualche toppa sparsa fra le varie pagine del romanzo c'è: le riflessioni di Billy, troppo cervellotiche e filosofiche per un uomo che sta rischiando la vita o che è appena uscito vivo da un attentato; il finale, troppo veloce rispetto all'andatura del romanzo, banale e sbrigativo, come se l'autore si fosse stancato di scrivere e non vedesse l'ora di terminare. Una buona prova, da leggere senza troppe pretese, ma ben lontana dagli standard che hanno fatto di Koontz uno degli autori più letti del pianeta.
Voto: 6,5
[Nanny Ranz]

Incipit
Con un boccale di birra e un sorriso, Ned Pearsall brindò al suo defunto vicino, Henry Friddle, la cui morte gli aveva fatto un enorme piacere.
Henry era stato ucciso da un nanetto da giardino. Era precipitato dal tetto della sua villetta a due piani, finendo proprio sulla simpatica statuina. Il nanetto era di cemento, Henry no.
Così, il collo spezzato e la testa rotta, Henry ci era rimato secco.
La morte-da-nanetto si era verificata quattro anni prima, eppure Ned Pearsall continuava a brindare al trapasso almeno una volta alla settimana.
Da uno sgabello accanto alla curva del bancone di lucido mogano, un forestiero, l'unico altro cliente del bar, domandò quali fossero i motivi di un'animosità tanto persistente.