Vlad Dracula

di Michael Augustyn - pagine 361 - euro 9,90 - Newton & Compton

Dracula è noto al mondo nella versione romanzata del vampiro mai morto. Ma dietro questo mito letterario si cela la storia vera del principe valacco Vlad Tepes, cavaliere del Drago, il cui regno in Valacchia fu conteso nel XV secolo con la forza e il terrore da due voraci predatori: l'impero ottomano e l'Ungheria. Dracula rispose ai suoi nemici con una personalissima idea della giustizia, rendendosi protagonista di episodi di efferata crudeltà e di atroci rappresaglie, attuando le raccapriccianti pratiche di sterminio che gli valsero l'orrido appellativo di Vlad l'Impalatore. Venerato come temerario difensore della cristianità e dell'indipendenza nazionale rumena, divenne ben presto una leggenda in tutto il mondo (dalla seconda di copertina).

Libro di esordio dell'americano Michael Augustyn, "Vlad Dracula" è un avvincente romanzo storico che ripercorre le gesta del leggendario principe della Transilvania, diventato celebre in tutto il mondo grazie all'opera di Bram Stoker.
Prima fuggitivo dalla propria terra, poi principe in Valacchia e infine prigioniero in Ungheria, attraverso il dettagliato resoconto storico di Augustyn, abbiamo la possibilità di conoscere i molteplici aspetti di un personaggio controverso: da una parte il Dracula sanguinario e spietato e dall'altra il valoroso condottiero che lottò fino alla morte per difendere la propria patria dall'arroganza turca.
Il libro si conclude con la "leggenda" di Dracula, dove l'autore offre la sua personale teoria sulla nascita del vampiro più famoso della letteratura.
Da leggere!
Voto: 8,5

Incipit
OTTOBRE 1448. Mancava un mese al suo diciassettesimo compleanno, quando guidò una colonna di cavalleria di duemila uomini fino alle mura lignee di Tirgoviste. Aveva già raggiunto l'altezza media di un uomo, la pelle linda e il fisico slanciato di un giovane ufficiale che ha da poco completato l'addestramento. Proprio come accadeva alla maggior parte dei soldati dell'epoca, la sua figura era irrobustita al collo e alle spalle dal continuo maneggio della lancia e della spada; un ciuffo ondulato di capelli scuri usciva dall'elmo, che era privo di celata, ricadendogli sul collo e sulla fronte, mentre gli occhi erano di un verde smeraldo scuro.
Fece fermare la colonna al limite del vasto campo che si estendeva di fronte alla porta principale. Mentre la colonna si apriva dietro di lui in posizione di attacco, scese da cavallo, fece alcuni passi e si inginocchiò. I suoi uomini pensarono che stesse semplicemente pregando alla maniera cristiana, nello stesso modo in cui essi pregavano secondo la tradizione musulmana; invece prese un pugno di terra, la sua terra nativa, e stringendola teneramente si inebriò del suo odore. Al termine di un lungo istante, si alzò.