Ossessione

di Stephen King (Richard Bachman) - pagine 232 - Bompiani

Charles Decker è un ragazzo come tanti, che sta per finire il suo periodo di teen-ager. Un giorno però, la sua rabbia esplode in modo anomalo. Stanco di subire continuamente quelle che per lui sono ingiustizie della vita, decide di coinvolgere nella sua ossessione la sua intera classe. Con una pistola uccide due professori e sequestra i suoi compagni per tutta la durata delle lezioni. Questa esperienza agirà come un forte catalizzatore su ognuno di loro: rinchiusi in una stanza, sotto la continua minaccia della morte, tutti daranno sfogo ai segreti più profondi, liberando la malvagità insita nell'animo.

Questo romanzo è sicuramente più unico che raro: rappresenta una pietra miliare nella produzione letteraria di Stephen King, ma di certo non per la qualità, di poco superiore alla sufficienza, ma per il background e per i risvolti. Partiamo dalla sua nascita: King lo scrisse quando andava al college, in un periodo di formazione culturale, quando, come lui stesso ammetterà più volte nell'arco della sua vita, si preoccupava più della forma che della sostanza. Scartato dalle case editrici, decise di accantonarlo, fin quando non lo pubblicò con lo pseudonimo di Richard Bachman. Lo reputava infatti troppo trasgressivo e molto lontano dal suo vero io letterario per poterlo dare in pasto al mondo con il nome di Stephen King, all'epoca uno dei più promettenti scrittori americani, anno 1977. Passato inosservato, fu ovviamente rivalutato quando fu svelata l'identità di Bachman e gli editori vi piazzarono sulle copertine il nome del re.
Analizziamo adesso il libro. Il tema è molto affascinante, un ragazzo che tiene prigionieri i suoi compagni di classe, il ritmo di narrazione è coinvolgente, è adrenalina pura, ma King pecca di un classico errore di gioventù: ha paura di andare fino in fondo nell'analizzare la psiche dei personaggi, il vaso di Pandora, contenente le fobie, i segreti, i sentimenti dei protagonisti, non viene del tutto scoperchiato e ne escono fuori personaggi a metà, con un forte senso di incompiuto alle spalle. Come tutti i libri di Bachman è impregnato di un senso di cattiveria, di una sensazione di malvagità, mostrata come unico mezzo di reazione nei confronti di una società che ti stritola col suo meccanismo, che ingoia le personalità per generare i figli dell'apparenza e del vivere secondo le regole, che conduce gli uomini alla pazzia, vista come ancora di salvezza, di normalità, quando si sceglie di essere e non di apparire. Un libro che però vive più di intenti che di realizzazioni: lo stesso King lo considera come uno dei suoi lavori meno riusciti, anche se decise di pubblicarlo senza modifiche rispetto all'originale, per rispetto dello studente ventenne e delle notti in bianco, trascorse a generare quest'opera.
Un breve cenno ai risvolti. Ossessione è da anni fuori commercio. Pare che sia stato il re in persona ad imporre questa clausola a causa del proliferarsi nella società, soprattutto americana, di situazioni molto simili a quelle narrate in questo libro, per evitare quindi di essere additato come esempio negativo. La mia copia l'ho ottenuta tramite una libreria che tratta anche libri usati, ovviamente a prezzi non proprio comuni, vista la rarità dell'oggetto in questione. Penso che ogni ammiratore del re dovrebbe cercare di procurarsene una e di conservarla con cura, visto tutta la storia che ha alle spalle.
Voto: 6
[Nanny Ranz]

Incipit
Quello della svolta era un bel giorno, una bella mattina di maggio. A renderla bella c'era che avevo tenuto giù la colazione. E anche lo scoiattolo che avevo visto di sfuggita durante Algebra II.
Sedevo nella fila più lontana dalla porta, che è accanto alle finestre, e ho visto lo scoiattolo sul prato. Il prato del liceo di Placerville è uno di quelli sani, senza tante palle. Viene su fino addosso all'edificio a salutarti dalle finestre. Nessuno, almeno nei quattro anni che ci ho passato io, ha mai cercato di allontanarlo dai muri con aiuole fiorite o pini nani o qualche altra amena stronzata. Viene su fino ai muri di cemento e lì se la cresce della bella, che ti piaccia o no.