di Joe R. Lansdale - pagine 224 - euro 12,50 - Fanucci
Bill Roberts è un giovane scapestrato che convive con il cadavere di sua madre, per non dover rinunciare alla pensione, anche se poi non la riscuote, perché non riesce a falsificarne la firma. Decide quindi di tentare un furto che possa permettergli di sbancare il lunario, ma il colpo va male e gli lascia in eredità due terribili problemi: essere ricercato dalla polizia ed avere una faccia deformata a causa di un'allergia provocata dalle punture di una moltitudine di zanzare di una palude, dove si rifugia per sfuggire agli sbirri.
Per fortuna, trova riparo in una carovana di freaks, uomini deformi,
che girano il Texas in lungo e in largo, esibendo la loro mostruosità per guadagnarsi da
vivere. Poco alla volta, Bill riesce a trovare una propria dimensione nella vita da
girovago e a stringere amicizia con i vari uomini-cane, donne barbute e via dicendo.
Purtroppo, quando la vita sembrava prendere la giusta direzione, il destino gli gioca un
tiro mancino: Bill compie l'errore di innamorarsi di Gidget, la bellissima moglie di
Frost, il padrone della compagnia dei fenomeni da baraccone.
Premessa: non avevo mai letto Joe R. Lansdale, per cui il mio giudizio verterà
solo sul libro e non sull'autore in sé. Perché partire proprio con un'opera che, a detta
dei vari commenti letti sui forum, sembra non essere fra le migliori? Semplice: questa è
stata una delle poche volte in cui mi sono lasciato convincere dalle righe d'introduzione
della quarta di copertina. Mi incuriosiva leggere un libro sui freaks, visto che al cinema
mi sono sempre piaciuti. Va subito però chiarito un aspetto: Freddo nell'anima affronta il tema ed il mondo dei deformi solo superficialmente o comunque non lo
approfondisce come io speravo. La carovana diventa quindi uno sfondo al mondo
normale, alla sua mostruosità d'animo, al suo essere marcio. Marci sono i
personaggi principali, marci fino al midollo e portano avanti la loro esistenza
consapevoli di esserlo e per nulla pentiti. La storia, dopo il primo impatto, prende la
strada dell'eterno triangolo fra il signore anziano e buono, la moglie provocante e
giovane ed il ribelle accolto in seno alla famiglia, ma pronto a tradire il suo
benefattore per una donna. La lettura però non cade mai nella noia e nell'apatia, anzi si
è spinti ad andare sempre avanti e questo è senza dubbio un enorme pregio di Lansdale,
che riesce a coniugare perfettamente un linguaggio parlato e scritto, creando un'alchimia
che avvolge il lettore. L'autore non si fa troppi problemi ad utilizzare termini sboccati
e modi di dire tipici della strada, perché il suo scopo è di rendere i suoi personaggi
quanto più reali possibili, anche per quanto riguarda i deformi, pur non facendoci
dimenticare mai il loro essere grottesco. Il ritmo è senza dubbio veloce, ma il finale
lascia l'amaro in bocca, non per l'evolversi della vicenda, ma per il fatto che si ha
l'impressione che lo scrittore abbia accelerato troppo, non concedendo al romanzo quel
tocco in più che poteva fargli fare il salto di qualità, da più che discreto ad ottimo
o grandioso. Non avendo letto altre opere di Lansdale, non posso dire se questa è una sua
caratteristica o meno. Per il momento lo promuovo a pieni voti, aspettando di avere fra le
mani altri suoi lavori.
Voto: 7
[Nanny Ranz]
Incipit
Bill Roberts decise di rapinare la bancarella dei fuochi d'artificio, dato che
non aveva lavoro, era la verde e sua madre era morta e liofilizzata in camera da letto.
Bé, non proprio liofilizzata. A dir la verità, puzzava parecchio, però sembrava
reggere. Era colata sul materasso solo in parte, e se lui teneva la porta sbarrata e
puntava il ventilatore per respingere il fetore, non era poi questa schifezza.
La bancarella dei fuochi artificiali si trovava sulla statale, quella era la settimana del
quattro luglio e l'ambulante restava aperto fino a tardi tutte le sere; perciò, dopo un
paio di serate d'appostamento in cui aveva visto un sacco di gente comprare petardi, aveva
deciso che era il bersaglio giusto per un colpetto.
Progettava di rapinarla sul tardi, perché a quell'ora in cassa ci sarebbero stati un bel
po' di soldi. E poteva anche fregarsi qualche botto. A lui piacevano quelli a forma di
tenda indiana che prima di scoppiare sputazzavano in giro scintille di tutti i colori.