Antiche immagini

di Ramsey Campbell - pagine 325 - Sperling

Graham, esperto nel recuperare pellicole rare e introvabili, muore tragicamente durante la ricerca di un vecchio film dell’orrore con Boris Karloff e Bela Lugosi. Sandy, in memoria dell’amico scomparso, decide di portare a termine le sue ricerche. Dopo una prima indagine scopre gli inquietanti retroscena del film e quanto la sua fama sia diventata, nell’arco dei decenni, alquanto sinistra.

Mentre strane allucinazioni sembrano perseguitarla, Sandy giunge finalmente nel piccolo paese dove fu girato il film, ma dietro l’apparente normalità delle persone si cela qualcosa di orribile.
Antiche immagini”, scritto da Ramsey Campbell, nonostante sia un romanzo caratterizzato da spunti originali e idee suggestive non possiede quel tocco in più che lo renderebbe davvero bello.
Voto: 7

Incipit
Alla fine il dolore divenne insopportabile, ma non per molto. Attraverso la foschia che l'avvolgeva, le parve di scorgere i campi e gli spettatori che festeggiavano danzando la sua sofferenza. Era circondata da persone che conosceva da sempre, vecchiette che l'avevano coccolata da piccola e coetanei con i quali aveva giocato e scherzato, ma sui loro visi era apparso un ghigno malvagio e gioioso nello stesso tempo, simile a quello dei doccioni della cappella che si ergeva alle loro spalle. Si divertivano a canzonarla e si mettevano i bambini sulle spalle perchè potessero osservarla meglio, dalla stessa altezza. I suoi occhi impazziti guizzavano senza sosta da un volto all'altro, fra la moltitudine di persone che si accalcava intorno a lei. Cercò di individuare il marito, nella speranza che potesse correre in suo aiuto prima che il dolore peggiorasse.
Ma non riusciva a vederlo e nemmeno poteva urlare per farsi sentire. L'avevano imbavagliata e la stoffa spinta con forza in bocca la stava soffocando. Non poteva neppure pregare a voce alta a causa della lingua tumefatta che si gonfiava sempre più. Poi, improvvisamente, recuperò i sensi che avevano cercato di abbandonarla per sfuggire a quella tortura e ricordò che non c'era nessun bavaglio, ricordò che non poteva essere la sua lingua a bruciare come un tizzone ardente, la cui fiamma si faceva strada verso il cranio.
Per un attimo la mente sembrò ritrarsi dall'orrore della situazione presente e lei ricordò ogni minimo dettaglio. Suo marito non l'avrebbe salvata, neppure se fosse riuscita a urlare il suo nome invece che limitarsi a quel mugolio indistinto che non aveva più niente di umano. Suo marito era morto e lei aveva visto il diavolo che l'aveva ucciso. Tutti attorno a lei si godevano l'atroce spettacolo, convinti che fosse stata condannata a morte per averlo ucciso, ma c'era anche un uomo che conosceva la verità e le aveva strappato la lingua fingendo di applicare semplicemente la legge.
La nebbia sempre più fitta e i visi colmi di gioia crudele sembravano fluttuare verso di lei attraverso la melma e di nuovo si rese conto di ciò che lsua mente tentava disperatamente di nascondere: non era solo la sensazione di dolore, ma soprattutto il calore delle fiamme che le divoravano il corpo. Emise ancora quel mugolio indistinto, cercando di urlare e prese a dimenarsi come una forsennata. La folla si mise a ruggire per soffocare le sue grida o forse per incitarla ad agitarsi ancora di più. Poi, come se Dio avesse udito le sue preghiere inarticolate, i movimenti violenti o forse le fiamme la fecero cadere in avanti e i capelli presero fuoco.