Il gioco delle lingue

di Will Cristopher Baer - pagine 318 - euro 16,00 - Marsilio

Il pittoresco Phineas Poe, ex poliziotto senza speranza, finisce nella decadente Denver. Qui, in un girotondo di bizzarri individui, viene coinvolto nel "gioco delle lingue", un role play estremo dove i giocatori oltre a condurre la loro normale vita assumono i ruoli di personaggi immaginari. Ma il gioco ben presto degenera quando uno di questi comincia ad uccidere alcuni poliziotti.
Tramite l'aiuto di un ex collega, Phineas indaga sugli omicidi in un contesto dove la finzione spesso si confonde con la realtà.

"Il gioco delle lingue" è un noir molto particolare e inusuale che presenta spunti assai originali, oltre alla trama anche lo stile narrativo è tutt'altro che convenzionale. Per leggere e apprezzare pienamente quest'opera scritta da Will Cristopher Baer è necessario entrare con il corpo e l'anima nei complicati e allucinanti meccanismi del "gioco".
Se si potesse azzardare un paragone le vicende di Phineas Poe potrebbero ricordare "Alice nel paese delle meraviglie", ovviamente in versione distorta, allucinata e corrotta. Voto: 6,5

Incipit
La fine si avvicina e questo notes mi si sta sfasciando tra le mani. Intriso di umidità, praticamente poltiglia. Le pagine gonfie si appiccicano le une alle altre, e stanno stingendo. L'inchiostro sparisce e io non sono quel che sembro. Ho cercato di metterlo in chiaro fin dal principio ma, per qualche motivo, non ci sono riuscito. Mi dico che nulla se n'è andato per sempre, che nulla è perduto. Le menzogne seguono un processo cronologico, un processo evolutivo.