Fiabe notturne

di Lorenzo Nicotra, Roberta Sassi, Manuela Candolfi, Clelia Ewing, Simone Montagna, Lamberto Costa - pagine 98 - euro 9,00 - Chimera Edizioni

In bilico tra meraviglia e paura, tra il bizzarro e il fantastico: racconti da leggere nelle ore più buie della notte... è questa la giusta descrizione che compare nell'ultima di copertina di questa antologia composta da 6 racconti scritti da altrettanti autori. Lo stile eterogeneo delle opere rende piacevole la lettura di questa raccolta, a metà strada tra l'horror più nero, l'onirico e il grottesco.

L'inquietante "L'ombra della strega" scritto da Lorenzo Nicotra descrive la brutta avventura di due fratellini alle prese con una misteriosa signora; "Il carro" di Roberta Sassi è la curiosa vicenda di una donna inseguita da un carro funebre; il medico protagonista di "Cena a domicilio", di Manuela Candolfi, visita un paziente poco rassicurante; "La lavanderia delle signorine Warwick" di Clelia Ewing racconta nuovamente la classica battaglia tra infanzia e streghe malvage; "Sissi" di Simone Montagna e "Pinocchio" di Lamberto Costa propongono nuove suggestive interpretazioni dello sfiorire della giovinezza e del celebre personaggio di Collodi. Un libro carino! Voto: 7,5

Incipit (dal racconto "L'ombra della strega" di Lorenzo Nicotra)
"Chi è che piange?" disse fra sè la mamma, alzandosi dalla sedie di vimini e tendendo l'orecchio.
La sedia scricchiolò, e dopo un attimo ella pensò che si era sbagliata: le era parso di sentire un singhiozzo.
Ma forse se l'era immaginato.
Si aggirò per la stanza. Il caldo sole di quella mattina di luglio si intrufolava con i suoi lunghi raggi per tutta la casa.
Non potè fare a meno di preoccuparsi per i suoi figlioletti. Provò una fitta di apprensione: erano due diavoli, quei bambini. Ormai li conoscevano in tutto il vicinato. Ne combinavano una ogni giorno!
Sospirò.
Mille marachelle, quei due! Dio solo sapeva quanto la facevano stare in pena. Uno di questi giorni avrebbero potuto cacciarsi in qualche brutto guaio.
Chissà cosa stavano architettando in quel momento, si chiese. Chissà dov'erano!
Forse a spaventare il gatto del signor De Bellis. O a torturare quel povero cagnolino della signora Neri. Oppure, forse, a imbrattare di panna le finestre della scuola elementare, come avevano fatto la scorsa settimana.
E se qualcuno li stesse sgridando?, pensò, con un nodo alla gola. O peggio, se qualche vicino esasperato li stesse sculacciando?, pensò, arrabbiandosi.
Nessuno aveva il diritto di alzare un solo dito sui suoi figli!
Oh, se solo qualcuno avesse osato...
Nella casa vuota il ticchettio dell'orologio a muro sussurrava flebili rintocchi.
Posò il lavoro di ricamo sulla spalliera della sedia, e i ferri sul tavolino rotondo.
Sbirciò in tutte le stanze.
Guardò in ogni angolo, e il sole la seguiva dappresso, filtrando dalle finestre con le tendine aperte, mentre lei apriva e chiudeva le porte, mentre usciva e rientrava nelle stanze solitarie. Si posò una mano sulla guancia e disse fra sè:
"Mi era parso di sentire..."