di Andrea Renaldi - pagine 122 - euro 9,50 - Montedit
Nove racconti e una marea di poesie: è questo quello che ci propone Andrea Renaldi, nel
suo libro dal bel titolo Crepe Imperfette.
Forse più poeta che scrittore, si nota chiaramente come Andrea abbia ancora qualche passo
da fare per quanto riguarda la sezione narrativa, mentre nel campo della poesia si
dimostra più sicuro e convinto.
I nove racconti, infatti - che spaziano dal noir a un horror abbastanza introspettivo e
poco appariscente, passando anche per la fantascienza (con risultati poco positivi) -
vivono purtroppo di vistosi alti e bassi. Dalla pochezza narrativa di "Cloni",
passando per l'assurdità de "L'ultima spiaggia dei pensieri" e per la
banalità sconcertante de "Un risveglio nel buio", si evidenziano
passaggi forse un po' troppo ambiziosi e ricercati, che stonano con il resto del testo in
cui sono inseriti.
Bisogna però ammettere che, di fronte alla bellezza di "Un giorno qualsiasi per
morire", non si può dire niente, grazie a un meccanismo narrativo complesso ed
efficace, con una conclusione bastarda ma terribilmente appagante. Così come "Un
morboso amore", difficile e ingarbugliato, dal risvolto finale inaspettato. O
"Un viaggio scomodo", che offre una visione cruda e cinica della
normalità, ma pecca solamente per una mancanza di esagerazione.
Poi, certo, bisognerebbe chiudere entrambi gli occhi di fronte a una miriade di
"d" eufoniche, ai punti esclamativi in eccesso e i puntini di sospensione usati
a sproposito, alla scelta incomprensibile di andare a caporiga a ogni periodo, senza
contare i numerosi errori di battitura, che non fanno che danneggiare tutto il resto.
Per quanto riguarda l'altra sezione, invece, la situazione migliora grazie a poesie
criptiche e complesse, questo è vero, costituite da passaggi magari poco chiari e a volte
oscuri, ma che sanno regalare emozioni. "Crepe imperfette", "Un
fiore nella notte", "Le parole in viaggio" sono solo alcuni
esempi delle qualità di Andrea poeta.
Poi, certo, per dare una valutazione migliore in questo campo non sono forse il più
indicato, visto che per il sottoscritto le poesie altro non sono che frasi senza senso
buttate la a casaccio. Però, se sono piaciute a me...
In definitiva, la valutazione (giustamente) non è che una via di mezzo tra
l'insufficienza ampiamente recuperabile dei racconti, e il voto più che positivo per ciò
che riguarda la parte poetica. Voto: 6
[Simone Corà]
Incipit (dalla poesia "Truccato di silenzio")
Pettinavi i pensieri
con una lama di frasi ben vestite.
Io truccato di silenzio
continuavo a sanguinare
solo ieri non eri di plastica.
Aggrappato al tuo mascara
oscillavo tra le pupille.
Volevo guardare dentro
mentre continuavi a soffocarti con strette invisibili,
a tagliarti le vene con il passato.
Dio nei miei sogni
mi obbligava a respirare piano
a correre lontano
a non sentirmi speciale per salvarmi
ma la morte continuava a danzare...
Sul cemento
Sul deserto
Su ogni angolo dove si poteva respirare.
Fino al terminare della musica
dove dopo
chi siamo stati sarà la sentenza
nel nome del lusso
potere
e spirito denaro
- amen -