XoMeGaP

di Simone Covili, Eliselle, Massimiliano Prandini, Gabriele Sorrentino, Marcello Ventilati, Sara Bosi - pagine 155 - euro 10,00 - Edizioni Il Foglio

"XoMeGaP" oltre ad essere il titolo di questa antologia di racconti è anche il nome di un progetto letterario creato da sei ragazzi emiliani con la passione per la scrittura. "XoMeGaP" è quindi caratterizzato da sei autori per 18 opere eterogenee che spaziano attraverso numerosi generi letterari: dall'horror al fantasy, dal fantastico al thriller per giungere infine al cyber-punk. Tra i vari racconti: "Legame fraterno" di Simone Covili descrive una vendetta che si consumerà nel sangue; la protagonista in "Vacanza d'estate" di Eliselle non sa che presto affronterà il proprio destino.

"Fiaba nera" e "Scendono le ombre della sera" scritti da Massimiliano Prandini illustrano in modo innovativo la licantropia e la paura delle ombre; Gabriele Sorrentino narra in "Sconfitto" l'agonia di un soldato durante la guerra tra Goti e Bizantini e in "Un'altra possibilità" l'originale scelta di un uomo distrutto dal rimorso; "L'angelo" di Marcello Ventilati abita sulla cima dell'Himalaya; "Morte silente" di Sara Bosi è l'inquietante vicenda di una bellissima donna sedotta dalla morte.
In conclusione "XoMeGaP" è un'antologia ben scritta e piacevole da leggere, oltre a regalare numerose emozioni e qualche brivido saprà anche soddisfare quei lettori in cerca di un libro che offra in un colpo solo vari generi letterari. Voto: 8

Incipit (dal racconto "Fiaba nera" di Massimiliano Prandini)
Non andai nel bosco proibito per vincere le mie paure, nè per conoscere meglio quel che ero.
Vi andai soltanto per sfida e per curiosità.
Quel che ne ebbi in cambio fu l'esilio. Al villaggio spaventavano i bambini e i ragazzi raccontando dei lupi. Quando andai nel bosco non ero più nè un bambino, nè un ragazzo e per me non ci fu perdono.
Rimasi due ore e non feci cattivi incontri. I lupi non avevano attaccato nessuno nel nostro villaggio, a memoria d'uomo. Pensavo che fossero soltanto l'incarnazione di demoni che dimoravano nella mente degli anziani.
E così dissi, quando mi accusarono. Gli anziani risposero che ero soltanto un grande e grosso sciocco. Ma nemmeno ad uno sciocco è consentito di andare nel bosco proibito, così mi mandarono di nuovo nella foresta, e questa volta perchè non facessi ritorno.
Non mi dispiaque, non provavo affetto per alcuno di loro tranne che per Ryanna, la bambina che veniva con me di nascosto al fiume a pescare e diceva che quando sarebbe cresciuta mi avrebbe sposato.
Io ridevo e le dicevo che l'avrei fatto ben volentieri se dopo qualche anno fosse stata ancora di quell'idea. Le dicevo che crescendo avrebbe capito che ero soltanto uno sciocco. Lei scuoteva la testa rispondendo che capiva già abbastanza quel che c'era da capire. Aveva dieci anni, io quasi trenta; non mi sembrava una cosa possibile.
Eppure aveva ragione lei.