La contessa sanguinaria

di Alejandra Pizarnik - pagine 59 - euro 7,00 - Playground

Erzsèbet Bàthory, contessa ungherese che visse tra il XVI e il XVII secolo, fu probabilmente una delle assassine più spietate e crudeli della storia: nei sinistri sotterranei del suo castello di Csejthe uccise e torturò 650 ragazze vergini. Ossessionata dalla vecchiaia e dalla paura di morire, la contessa usava bagnarsi con il sangue delle proprie vittime in un abominevole rituale per l'eterna giovinezza. Erzsèbet era un vero mostro che si celava nel corpo di una bella donna, malata di solitudine e letale quanto una vedova nera.

"La contessa sanguinaria", scritta nel 1965 dalla poetessa argentina Alejandra Pizarnik, è senza dubbio una biografia ripugnante che mette i brividi, le riflessioni dell'autrice accompagnano le perverse manie della contessa che, malgrado tutto, rimane ugualmente un personaggio affascinante. Da leggere! Voto: 7/8

Incipit
"Il criminale non produce bellezza;
lui stesso è l'autentica bellezza"
J.P. Sartre
Valentine Penrose ha raccolto documenti e relazioni su un personaggio reale e insolito: la contessa Bàthory, assassina di 650 ragazze. Eccellente poetessa (il suo primo libro ha una appassionata prefazione di Paul Eluard), non ha disgiunto il proprio dono poetico da una minuziosa erudizione. Senza alterare i dati reali faticosamente raccolti, li ha rifusi in una sorta di vasto e splendido poema i prosa.
La perversione sessuale e la follia della contessa Bàthory sono così evidenti che Valentine Penrose se ne disinteressa, per concentrarsi esclusivamente sulla convulsa bellezza del personaggio.
Non è facile rappresentare tale specie di bellezza. Valentine Penrose, tuttavia, ci è riuscita, poichè gioca ammirevolmente con i valori estetici di questa storia tenebrosa. Inscrive il regno sotterraneo di Erzsèbet Bàthory nella sala delle torture del suo castello medioevale: lì la sinistra bellezza delle creature notturne si riassume in un pallore silenzioso e leggendario, in occhi folli, in capelli del sontuoso colore dei corvi.
Un noto filosofo include le grida nella categoria del silenzio. Grida, gemiti, imprecazioni, formano una "materia silenziosa". Quella del sotterraneo è malefica. Seduta sul suo trono, la contessa assiste alle torture e ascolta le grida. Le vecchie e orride serve sono figure silenziose che portano fuoco, coltelli, aghi, attizzatoi; che torturano ragazze, che le seppelliscono. Come l'attizzatoio e i coltelli, le vecchie sono uno strumento di possesso. L'oscura cerimonia ha un'unica spettatrice silenziosa.