La fattoria degli animali

di George Orwell - pagine 149 - euro 6,80 - Mondadori De Agostini

Inghilterra. Nella tranquilla fattoria del signor Jones sta accadendo qualcosa di straordinario: maiali, cavalli, mucche e galline decidono di porre fine alla loro prigionia, con un atto di forza scacciano l'odiato padrone e conquistano l'intera proprietà. Da quel giorno, grazie all'intelligenza dei maiali Palla di Neve e Napoleon, nasce una sorta di comunità democratica dove tutti gli animali possono condurre finalmente una vita serena e soprattutto libera.

Ma spesso una democrazia si può trasformare in dittatura... "La fattoria degli animali" è il capolavoro creato dal grande Orwell, è una fiaba per adulti ricca di metafore e di significati allegorici sempre attuali. Un libro geniale da leggere assolutamente. Voto: 9,5

Incipit
Il signor Jones, della Fattoria Padronale, serrò a chiave il pollaio per la notte, ma, ubriaco com'era, scordò di chiudere le finestrelle. Nel cerchio di luce della sua lanterna che danzava da una parte all'altra attraversò barcollando il cortile, diede un calcio alla porta retrostante la casa, da un bariletto nel retrocucina spillò un ultimo bicchiere di birra, poi si avviò su, verso il letto, dove la signore Jones già stava russando.
Non appena la luce nella stanza da letto si spense, tutta la fattoria fu un brusio, un'agitazione, uno sbatter d'ali. Durante il giorno era corsa voce che il Vecchio Maggiore, il verro Biancocostato premiato a tutte le esposizioni, aveva fatto la notte precedente un sogno strano che desiderava riferire agli altri animali. Era stato convenuto che si sarebbero tutti riuniti nel grande granaio, non appena il signor Jones se ne fosse andato sicuramente a dormire. Il Vecchio Maggiore (così era chiamato, benchè fosse stato esposto con il nome di Orgoglio di Willingdon) godeva di così alta considerazione nella fattoria che ognuno era pronto a perdere un'ora di sonno per sentire quello che egli aveva da dire.
A un'estremità dell'ampio granaio, su una specie di piattaforma rialzata, il Vecchio Maggiore già stava affondando sul suo letto di paglia, sotto una lanterna appesa a una trave. Aveva dodici anni e cominciava a diventare corpulento, ma era pur sempre un maiale dall'aspetto maestoso, spirante saggezza e benevolenza, benchè mai fosse stato castrato. In breve cominciarono a giungere gli altri animali e ognuno si accomodava a seconda della propria natura. Vennero prima i tre canni, Lilla, Jessie e Morsetto, poi i porci che si adagiarono sulla paglia immediatamente davanti alla piattaforma, le galline si appollaiarono sul davanzale delle finestre, i piccioni svolazzarono sulle travi, le pecore e le mucche si accovacciarono dietro ai maiali e cominciarono a ruminare. I due cavalli da tiro, Gondrano e Berta, arrivarono assieme, camminando lenti e appoggiando cauti i loro ampi zoccoli pelosi per tema che qualche piccolo animale potesse trovarsi nascosto nella paglia.