di John Christopher - pagine 166 - Urania
Una serie di terrificanti terremoti devasta il pianeta Terra. Il cataclisma è talmente violento che la crosta terrestre cambia forma: nascono nuove catene montuose e dove prima giacevano tranquille le acque degli oceani ora sorge un'immensa distesa di terra desolata. Tra le macerie di una civiltà che non esiste più vagano i pochi superstiti, bande di sciacalli e disperati in cerca di cibo. Matthew Cotter, sopravvissuto in modo fortuito al terremoto, parte per un avventuroso viaggio alla ricerca della figlia.
"Una ruga sulla terra" conferma quanto l'uomo sia insignificante e impotente di fronte alla forza della natura. Il cataclisma, descritto dall'autore John Christopher, annienta fisicamente e moralmente ogni forma di civiltà per riportare gli uomini all'età della pietra. In conclusione un buon libro da leggere e su cui riflettere. Voto: 8,5
Incipit
Un grande quotidiano la definì la Primavera Terremotata.
Il primo disastro si verificò in Nuova Zelanda. Morirono circa trentamila persone,
Christchurch riportò danni enormi, e Dunedit fu praticamente distrutta. Due settimane
dopo ci furono maremoti in Malesia e nel Borneo Settentrionale, e dal Mar della Cina
spuntò una catena di vulcani che eruttavano fumo e vapore. Un grave terremoto sconvolse
le Ande Boliviane, e un altro, di minore intensità, colpì la Giamaica. L'Unione
Sovietica comunicò che c'era stato un eguale sconvolgimento nel Turkmenistan. La Cina non
fece comunicazioni, ma a detta dei sismologi un terremoto di eccezionale gravità si era
verificato in Tibet.
I fenomeni naturali che preoccupavano maggiormente Matthew Cotter erano però
apparentemente più comuni, e di interesse locale. Successive ondate di correnti fredde
provenienti dall'Atlantico provocarono sull'Isola di Guernesy l'addensarsi di formazioni
temporalesche con abbondanti piogge e un eccezionale abbassamento della temperatura. Si
era nella stagione più delicata dell'anno, quando lo scarso guadagno dato dai pomidori
primaticci avrebbe dovuto, in condizioni normali, trasformarsi in entrate più
sostanziose. Invece il consumo di combustibile per mantenere le serre alla giusta
temperatura era sconcertante. La situazione non migliorò affatto nelle settimane
successive, perchè i temporali divennero vere tempeste che fecero strage di vetri.
Durante la seconda di queste tempeste, alla fine di una giornata trascorsa a riparare i
danni alle serre, Matthew si ricordò che quella sera i Carwardine lo aspettavano a cena.
La prospettiva di mettersi a cucinare non lo allettava, ma non lo tentava neppure quella
di ripulirsi, vestirsi di tutto punto e assumere una faccia mondana.
I Carwardine abitavano a Forest, a tre chilometri circa da lui. John Carwardine, un
sessantenne geologo in pensione, aveva lavorato fino a cinque anni prima in Medio Oriente,
per una compagnia petrolifera. Matthew e lui si trovavano bene insieme, e un paio di volte
alla settimana giocavano a carte al circolo. I Carwardine, marito e moglie, erano gente
simpatica e di buon carattere, ma non avrebbero dovuto esagerare con i loro inviti a un
uomo solo, così pensava Matthew. Comunque andò a cena da loro.
Quando arrivò, la Mini azzurra di Meg Ashwell era parcheggiata davanti alla casa, come
lui aveva previsto.