di Franco Limardi - pagine 181 - euro 12,00 - Marsilio Editore
Lorenzo Madralta è il responsabile della sicurezza di un centro commerciale in un piccolo e tranquillo paese di provincia. Reduce dalla guerra in Libano, Madralta è un professionista modello, un uomo tutto d'un pezzo, un duro di poche parole che all'apparenza potrebbe sembrare burbero e insensibile. Ma dietro il suo sguardo di ghiaccio e privo di emozioni c'è un'anima insoddisfatta alla continua ricerca di una svolta che possa dare un senso alla propria esistenza.
L'unica soluzione è cambiare vita,
lasciare la città e fuggire in qualche paradiso tropicale per ritrovare una serenità mai
conosciuta. L'occasione giusta si presenta quando un collega gli propone di rapinare il
centro commerciale... ma il colpo riesce a metà, ci scappa il morto e la situazione
diventa disastrosa. Braccato dalla polizia e dai suoi stessi compagni, Madralta sarà
costretto ad intraprendere una fuga disperata senza speranza.
"Anche una sola lacrima", scritto da Franco Limardi,
è uno splendido noir che affascina e cattura fin dalla prima pagina, merito di una
narrazione superba che, a suo modo cruda e diretta, accompagna il lettore in una vicenda
mozzafiato che riserva parecchi colpi di scena. Da leggere assolutamente. Voto: 9
Incipit
Se solo non fosse così buio, se solo la luna riuscisse a farsi vedere attraverso
le nubi basse e gonfie, allora potreste osservare meglio questa scena, distinguerne i
particolari, senza aspettare che i lampeggianti bluastri e i fari delle macchine della
polizia striscino il buio di luci appena sufficienti a oltrepassare la pioggia che cade
fitta sulla terra grassa e nera, molle come un vecchio materasso di lana raggrinzita.
Riuscireste a vedere chiaramente il corpo disteso sulla schiena, non troppo distante dal
rettangolo di una porta stranamente spalancata in una notte come questa; vedreste la gamba
appena piegata, come per improvvisare un goffo saltello, e la giacca, aperta a mostrare un
maglione bucato in più punti da fastidiosi insetti metallici, abituati ad aprirsi la
strada attraverso la carne. Vedreste la pistola ancora stretta nella destra e la sinistra
appena protesa verso il cielo, le dita rilassate, come stessero per fare il gesto che
accompagna una spiegazione. Vedreste il viso fermo senza espressione, nè dolore nè pace,
ma nemmeno stupore. Vedreste la pioggia infilare, in quegli occhi spalancati, le sue
grosse gocce, come fossero lenti per correggere una strana miopia; gocce destinate a
scivolare lungo guance immobili, come lacrime libere di scorrere, e vedreste uno sguardo
lontano, fisso su un punto indistinto, infilato su in mezzo a qualche nuvola, oppure
oltre, a cercare la lunga, ma non avreste la giusta impressione, perchè lo sguardo dei
morti è sempre un inganno, perchè quello sguardo lo conosco...